di Claudio Petruccioli
Allora, tutti a dire: “Torniamo al proporzionale” No, non torniamo da nessuna parte; entriamo in un proporzionale senza precedenti. Non ci saranno i poderosi partiti degli anni 40/80; non ci sarà, soprattutto, la conventio ad excludendum che divideva in modo insormontabile l’area democratica dove si trovavano i partiti che potevano governare e governavano effettivamente, a cominciare dalla Democrazia Cristiana (complessivamente 2/3 circa degli elettori) dagli altri (comunisti e neofascisti, il restante terzo).
Il proporzionale nel quale ci si addentra oggi è senza riferimenti e senza confini; ciascun elettore proverà il brivido dell’onnipotenza perché assolutamente libero di votare per chi gli pare – in verità anche negli anni della Repubblica è stato così – ma soprattutto di cambiare voto ad ogni elezione, rifiutando il bis di una pietanza che non ha gradito dopo averla assaggiata. L’offerta non sarà stabile e ripetitiva come con i partiti elefantiaci, solidi e ben caratterizzati; le proposte saranno invece sempre più numerose, ogni volta diverse e poco impegnative per chi il voto lo da come – soprattutto – per chi lo riceve. Sono le cose che ci passano sotto gli occhi tutti i giorni e non si vede perché e come possano cambiare. L’elettore ne ricaverà una sorta di euforica vertigine che, probabilmente, lo gratificherà; almeno nei primi tempi.
Come quando c’erano i bordelli. Il cliente entrava, guardava, sceglieva; ogni volta una nuova se voleva. La ripetitività annoiava; a rifiutarla erano solo quelli che “si innamoravano della puttana”. Motivo per cui il serraglio veniva rinnovato con frequenza: settimanale o, al massimo, quindicinale.
Saranno così le elezioni nel prossimo futuro proporzionale. Chi andrà a votare (il parallelo evidentemente, è applicabile solo agli elettori maschi ma la sostanza ha valore generale) lo farà con la leggera e vacua allegrezza di quegli amiconi annoiati che si dicevano: “andiamo a casino, c’è la quindicina nuova. Vediamo come sono”. Poi sceglievano, singola o doppia che fosse; e si sentivano veri uomini. Liberi, per di più; perché quello che succedeva dopo non li riguardava.
Allegri ragazzi; quando verrà il momento il bordello proporzionale vi attende.
PS – Io a casino non sono mai andato. Ho letto libri e visto film; e ascoltato anche qualche racconto.
(Pubblicato su La Rivista Intelligente il 19 gennaio 2020)
Politico e giornalista, fa parte della presidenza di Libertàeguale. È stato parlamentare del Pci/Pds/Ds per cinque legislature. Presidente della Commissione di vigilanza Rai dal 2001 al 2005 e Presidente del consiglio d’amministrazione della Rai dal 2005 al 2009.