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Buon lavoro a chi inizia (con due avvertenze per il futuro)

Alberto Colombelli lunedì 15 Marzo 2021
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di Alberto Colombelli

Buon lavoro a chi inizia. Che l’avvio riesca a trasmettere tutto quell’entusiasmo e quell’energia che quanto mai servono in questo mondo confinato di oggi. Due riflessioni, due, in termini di prospettiva.

La prima quale premessa.
Che non si viva più di pregiudizi, soprattutto quando strumentali. Qualcuno deve smetterla con etichette rivolte a qualcun altro, assunte quale modo di delegittimare in partenza assolutamente inaccettabile. Quando tranquillamente si potrebbe fare altrettanto in un gioco a perdere in cui non vince nessuno.

È ora che chi pensa di usare questi strumenti a tali fini una volta per tutte capisca che certe idee non ha alcun senso che vengano rappresentate e identificate con singoli leader di un passato più o meno recente, perché sono nate prima di questi e rappresentano più persone indipendentemente da questi, con la loro forza che deriva dall’essere state l’origine di un tutto per il quale chi le sostiene si è speso e ha creduto da sempre e ancora crede fermamente come direzione di marcia per cambiare finalmente il Paese.

La seconda quale sostanza.
Si parla giustamente tanto di diseguaglianze, tutte importanti. Ma nel definire un’orizzonte servono priorità.
E tra tutte la più grave forma di diseguaglianza del nostro tempo confermo fortemente essere la “diseguaglianza di destino”, quella che a seconda di dove sei nato, della famiglia in cui sei cresciuto, della scuola che hai frequentato, segna inesorabilmente il tuo destino. Su questa bisogna in primis concentrare il massimo sforzo.

L’obiettivo non deve essere quello di permettere a tutti di raggiungere lo stesso risultato ma di porre le condizioni perché tutti abbiamo lo stesso punto di partenza. Questo deve essere il cuore di una visione che parte dalla complessità del nostro tempo e si proietti nel futuro con la capacità di generare ispirazione, coinvolgimento e speranza.

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