di Umberto Minopoli
Bordin, erede di Marco, ha chiarito a me ex comunista il significato del termine radicale.
Che a me stava antipatico. Perché nella semantica, distorta ed effimera della sinistra (sedicente) eterna, significa una cosa che aborro: essere ancora più a sinistra, massimalista, di sinistra sinistra, più antagonista, più critico ecc. Io voglio l’opposto. Per questo detestavo il termine radicale. E in questa accezione della sinistra, lo detesto ancora.
Ma Bordin ha contribuito a farmi capire il vero significato, autentico, corretto, originario del termine “radicale”. Che non ha nulla a che fare con l’uso illiberale, estremista e usurpatorio con cui viene utilizzato a sinistra. Radicale per i veri radicali (quelli di Pannella, Bonino e Bordin) significa “intransigente”.
In che cosa? Nella difesa delle procedure e delle regole della democrazia parlamentare. I radicali (veri) ci ricordano, da liberali intransigenti, ogni giorno, che la forma (le leggi, le norme, la costituzione, le procedure) è sostanza: la democrazia non esiste fuori dal dominio irriducibile della norma scritta, dei principi sanciti in leggi e procedure.
Del termine “diritti” si fa, specie a sinistra, un uso balordo e incongruente: “tutto è diritto”. Una banalità che ci ha fatto lo Stato più indebitato del mondo. I radicali (veri) ci ammoniscono che “diritti” sono anzitutto quelli fondamentali, sanciti dal costituzionalismo liberale: giustizia, garantismo, separazione dei poteri, centralità dell’individuo, libertà di stampa, di opinione, di impresa, di rappresentanza elettiva libera per tutti, diritto allo studio, al lavoro.
Senza l’intransigente difesa delle libertà liberali non c’è conquista sociale che tenga. La democrazia avversa, in primo luogo, il corporativismo, la difesa di casta, l’ordine censorio. La Giustizia Giusta è, per questo, l’alfa e l’omega di un radicale (vero). E il giustizialismo, invece, la cosa più aberrante: è l’inizio di ogni regime; la degenerazione dispotica del potere giudiziario che annulla i cardini stessi della democrazia liberale. Ecco ciò che io ex comunista ho imparato da uomini liberi come Bordin.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.