di Marco Campione
Che cosa serve di più al Sud? Serve di più la “legalità” o servono di più il Ponte sullo Stretto e il porto di Gioia Tauro (“infrastrutture” e quindi “sviluppo” e quindi “lavoro”).
Prima la legalità o prima lo sviluppo?
La politica – almeno quella in buona fede – si è sempre divisa tra chi dice “prima la legalità, poi lo sviluppo” e chi “prima lo sviluppo, poi la legalità”. Entrambi colgono un punto; i primi sostengono che non può esserci sviluppo se non si bonifica prima dalla criminalità (anche per non dare soldi alle mafie) e i secondi che è la moneta buona (lo sviluppo, quindi il lavoro) che scaccia quella cattiva.
Fino a poco tempo fa me la cavavo dicendo che hanno ragione entrambi. Invecchiando sono diventato più pragmatico e forse più cinico e ho cambiato idea. Non ho cambiato idea – sia chiaro – sul fatto che abbiano ragione entrambi (hanno ragione entrambi), ma sul fatto che rispondere così serva a qualcosa. Noi col culo al caldo, da decenni sosteniamo tesi “buoniste” e formalmente corrette come questa, ma nel frattempo il Sud muore. E la criminalità, anche senza sviluppo, prospera lo stesso, col risultato che i meridionali onesti sono cornuti (in balia delle mafie) e “mazziati” (senza infrastrutture, senza sviluppo, senza lavoro). E poi vi meravigliate se votano per chi promette un reddito (da fame) per non lavorare? O di essere assunti a frotte nel pubblico impiego?
Bisogna scegliere
Ho deciso che bisogna scegliere tra le due strade e che personalmente preferisco la seconda: intanto creiamo le condizioni per lo sviluppo e il lavoro, tutto il resto seguirà. Expo ha dimostrato due cose: che si può fare una “grande opera” tenendo a bada gli appetiti criminali (e la Lombardia come sappiamo è tutt’altro che esente da infiltrazioni mafiose) e che la tesi “non faccio una grande opera per non alimentare corruttele e mafie” è quasi sempre un alibi buono per gli incompetenti e gli ipocriti, visto che si applica solo al Sud.
Creiamo le condizioni per lo sviluppo e il peggio che potrà succedere è che le mafie investiranno anche in Calabria e non più solo in Lombardia o in Germania (eccolo il cinismo). In compenso, qualche ragazzo del sud avrà qualche possibilità in più di affrancarsi dal malaffare, quindi sarà più facilmente dalla parte dello Stato nel combatterlo.
Ma soprattutto inizierà a pretendere una classe dirigente meridionale all’altezza delle proprie ambizioni. E sapete perché? Banalmente perché quelle ambizioni saranno realizzabili. Oggi anche se il Sud avesse la classe dirigente migliore del mondo (e purtroppo, con rare eccezioni, non ce l’ha) non servirebbe a nulla. E questo stato di cose contribuisce secondo me a non averla. Darwinianamente, se la coda non ti serve più, col passare delle generazioni cade; se Di Vittorio non ti serve più, col passare delle generazioni ti ritrovi Di Maio.
Non sono sicuro che funzioni. Ma intanto portiamo l’alta velocità a Palermo (passando quindi per il Ponte) e non lasciamo che il Porto di Gioia Tauro muoia a favore dei porti del Nord Europa.
Non sono sicuro che funzioni, ma almeno avremo fatto qualcosa di concreto. Peggio di come è adesso non potrà essere.
Esperto di politiche per l’Education, ha lavorato nell’azienda che ha fondato fino a quando non ha ricoperto incarichi di rilievo istituzionale. Approdato al MIUR con il Sottosegretario Reggi, è stato Capo della Segreteria dei Sottosegretari Reggi e Faraone e ha lavorato nella Segreteria del Ministro Valeria Fedeli. Ha collaborato alla stesura de La Buona Scuola, il “patto educativo” che il Governo Renzi ha proposto al Paese. Ha scritto di politica scolastica su Europa, l’Unità e su riviste on line del settore. Il suo blog è Champ’s Version
Si deve scegliete la “legalità” poiché come affermava,l generale Carlo Alberto Della Chiesa nel 1982, che il problema mafia non riguarda solo il sud ma il Paese Italia. E le cose sono peggiorate di molto anche con la presenza di mafie stranieri.