di Umberto Minopoli
Ho motivato, in questi giorni, le ragioni politiche generali che mi inducono al voto ai Democratici d Progressisti. Con altrettanta convinzione, pero’ motivo il dissenso totale dal programma del PD su ambiente ed energia: in totale collisione con la politica interrotta del governo Draghi, con la realtà e con le esigenze dell’Italia. Si affronta il tema serio del clima, dell’ambiente e dell’energia con la consueta stanca e vuota retorica della sinistra attardata di questi anni.
Siamo lontani dalle decisioni e dal coraggio con cui l’Europa sta correggendo, alla luce della crisi sociale. energetica e della guerra, l’approccio a certe impostazioni iniziali dello stesso Green deal.
La Russia ci costringe a diversificazioni degli approvvigionamenti e stoccaggi e ad una sostituzione importante del gas naturale con gas liquido da rigassificare. Scrivere che i rigassificatori “sono una soluzione ponte, attiva per pochi anni” e’ un inganno. Avremo bisogno dei rigassificatori per tutta la fase della transizione energetica. Che durerà decenni. Non è “ecologico” negarlo.
Di più, scrivere che le infrastrutture energetiche vanno realizzate con il “coinvolgimento dei territori e compensazioni per l’impatto ambientale”, trasforma un’ovvietà – il dibattito con i territori – in una mistificazione: le infrastrutture energetiche sono di per sé, occasioni di promozione dei territori. Non sacrifici da compensare. E, in alcuni casi (es. Piombino) motivati da necessità e urgenza che il “coinvolgimento dei territori non può stravolgere in veto”.
Quale pudico imbarazzo porta a tacere sui termovalorizzatori che, nella crisi energetica, sono una fonte aggiuntiva di produzione energetica, oltre che indispensabile per i rifiuti?
Infine sul nucleare. Si ribadisce un diniego espresso senza alcuna discussione mai avvenuta, in alcuna sede, sulle novità di questa tecnologia. E soprattutto sulle novità delle decisioni dell’Europa su di essa. E ci si allontana, anche qui, dal metodo e dalla condotta del governo Draghi. Che ha approvato, al Consiglio Europeo la proposta della Commissione di inclusione del nucleare nella Tassonomia. E con il ministro Cingolani ha aperto ad una riflessione, senza preconcetti, sulla realtà del ricorso al nucleare oggi nel mondo.
Si rende conto la Direzione del Pd che questo pedissequo conformismo non è all’altezza della gravita’ della crisi energetica? Se questo ripetitivo adagiarsi alla vuota retorica di un ambientalismo stravecchio e bloccante, il Pd li avesse utilizzati nella fase del governo Draghi ne avrebbe provocato la caduta.
Come membro dell’Assemblea nazionale del Pd (mai interrogata sulle questioni programmatiche) e come iscritto al Pd, professionalmente impegnato sui temi dell’energia, ma mai sentito sulle cose di cui mi occupo, esprimo il mio disagio.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.