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Cialtroni al governo: Fornero superata? Falso!

Natale Forlani lunedì 31 Dicembre 2018
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di Natale Forlani

 

 

Superamento della legge Fornero: fatto!! Così proclama il super-viceministro sudista che asseconda il collega nordista che non si dava pace se non cancellava la famigerata legge.

Già fatto? Vediamo un po’…

La legge Fornero ha introdotto il contributivo pro quota per tutte le categorie dei lavoratori e l’allungamento automatico della età pensionabile sulla base delle aspettative di vita: il contributivo sopravvive dopo la attuale riforma e così anche l ‘adeguamento automatico dell’età pensionabile ( a parte la finestra dei tre anni per la quota 100 , come vedremo successivamente) .Anzi , come affermato nella relazione che accompagna la legge di stabilità , questi due capisaldi devono sopravvivere per assicurare gli equilibri futuri del sistema pensionistico.

La legge Fornero ha alzato la soglia minima per il pensionamento di vecchiaia anticipata al raggiungimento degli attuali 42 anni e 10 mesi di contribuzione minima ( 43 e 3 mesi dal 1 gennaio 2019) . L’ attuale riforma non cancella questo requisito, indipendente dall’ età, ma introduce, una deroga provvisoria con una finestra nei prossimi tre anni per coloro che raggiungeranno i 62 anni di età con almeno 38 anni di contributi ( la quota 100).

Abbiamo sbloccato i lavoratori che erano stati penalizzati dalla Fornero, come affermano i nostri governanti?

Assolutamente no. I lavoratori penalizzati erano quelli che in questi anni recenti hanno dovuto versare più anni di contribuzione per accedere alla pensione di vecchiaia anticipata, e lo saranno ancora quelli che hanno già maturato più dei 38 anni evocati ,ma che non raggiungeranno nel triennio i 62 anni di età ( per intenderci quelli che hanno cominciato a lavorare tra i 15 e i venti anni di età ).

Mentre invece saranno abilitati ad accedere alla pensione i lavoratori con 38 anni di contributi ,che non sono stati affatto penalizzati dalla Fornero dato che il requisito minimo per accedere alla pensione di anzianità nel 2011, prima della sua entrata in vigore d questa legge, era già di 41 anni.

Dopo questa bella trovata, dal 2022, alla fine dei tre anni della finestra quota 100, i lavoratori che avranno maturato 38 o più anni di contributi dovranno raggiungere i 43 anni e 8 mesi di versamento contributivo ovvero i 67 anni e 5 mesi per la pensione di vecchiaia (perché nel frattempo sarà scattato un nuovo adeguamento automatico dell’età pensionabile).

Quindi, non solo non viene superata la legge Fornero ma addirittura si riproporranno per molte categorie di lavoratori gli stessi effetti di allungamento della età pensionabile che si erano registrati nel 2012 con l’entrata in vigore della legge Fornero.

Infine: la legge Fornero aveva introdotto un temporaneo blocco della rivalutazione delle pensioni in relazione alla crescita dell’inflazione. Blocco successivamente alleggerito dagli interventi dei governi Letta e Renzi anche a seguito di un pronunciamento della Corte Costituzionale.

Gli effetti di questo blocco cessano al 31 dicembre di quest’anno, e pertanto dal 2019 sarebbe subentrata la normativa previgente la legge Fornero (che già prevedeva una rivalutazione parziale per le pensioni medio alte).

Ma con la legge di stabilità in approvazione viene riproposta la riduzione dell’adeguamento parziale soprattutto sulle pensioni medio basse. Riduzione che avrà effetti perduranti sia sulla rendita in essere che per la base di calcolo per i futuri adeguamenti.

Il tutto per pagare le pensioni di cittadinanza a chi non ha versato contributi.

Verrebbe da dire: “aridatece la Fornero”, ma nella realtà sembrerebbe che l’ attuale governo abbia fatto proprio questo.
Gattopardi in azione.. Del resto, autoproclami a parte, siamo ancora nella prima repubblica.

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