di Massimo Ungaro
Oltre alle proposte, Keir Starmer sta promuovendo una nuova narrativa, non soltanto trattando temi come il patriottismo, la famiglia e la difesa – temi storicamente abbastanza assenti dal radar della sinistra inglese – ma anche tentando di riabilitare Tony Blair, una figura che rimane inviso agli ambienti più massimalisti che come al solito preferiscono dimenticare chi gli abbia condotti per ben tre volte consecutive alla vittoria. Un processo facilitato dalla sonora sconfitta di Corbyn nel 2019, a causa di un massimalismo staccato dalla realtà mentre sul tema Brexit Corbyn ebbe l‘imperdonabile colpa di non aver voluto difendere l’UE come progetto progressista, quando invece andava spiegato, specie al ceto medio impoverito del nord degradato e post-industriale, che la Brexit era un progetto regressivo che andava contro i loro stessi interessi.
Cambiare la linea politica del partito non è stato semplice per Starmer che è arrivato fino a espellere Corbyn in reazione alle varie accuse di antisemitismo e dopo il rifiuto di Corbyn di definire Hamas come un’organizzazione terroristica. Manovre che sembrano estreme ma che sono le conseguenze dell’altissima litigiosità dietro le quinte tra correnti radicalmente diverse tra loro ma costrette a convivere nello stesso partito per via di una legge elettorale estremamente maggioritaria come quella britannica. Malgrado le accuse di essere il cavallo di Troia di Blair, gli sforzi di Keir Starmer stanno dando frutti: nel 2020 il Labour era 10 punti sotto i Conservatori nei sondaggi, oggi si trova quasi 20 punti sopra. Un risultato strabiliante che però è dovuto anche alla gestione disastrosa dei Tories di questi ultimi anni, dalla irresolutezza della May agli scandali di Boris Johnson e la debacle di Lizz Truss, premier per 44 giorni, e infine il governo di Sunak, giovane Premier competente che però non piace alla base del partito e che viene percepito come distante dalla gente comune.
Eletto per il Pd nella circoscrizione Estero, collegio Europa, è oggi un deputato di Italia Viva. A Londra dal 2005. Studi alla London School of Economics and Political Science. Ha rilanciato l’associazione degli studenti italiani, la LSE Italian Society, e si è impegnato con la London Living Wage Campaign. Master in Public Administration in Economic Policy (Columbia University, New York). Dal 2009 lavora in un istituto finanziario nel campo degli investimenti nei paesi in via di sviluppo. Dal 2017 segretario del circolo PD Londra & UK Decio Anzani. Membro del direttivo di Future Dem e della Presidenza nazionale di Libertà Eguale.