di Umberto Minopoli
Dopo il Si all’Ilva, il Si al Tap. Siamo felici.
Si alle grandi opere
Ma le motivazioni del Si fanno allarmare e confermano il punto: sono i 5 Stelle l’epicentro della crisi, i loro programmi, i loro metodi di governo, la loro incompetenza, infingardaggine, mancanza di senso dello Stato.
Dicono Si al Tap (l’argomento è valso per Ilva e vale, ancora di più, per la Tav) perché, ha detto Di Maio, le “opere in corso non si possono fermare e, ha aggiunto, pagheremmo penali esose”.
E lo dice ora? Non lo sapevano quando lo hanno promesso ai propri elettori? Meglio tardi che mai, direte. Niente affatto. Mesi e mesi di campagna, propaganda e millanteria sulle opere pubbliche e le infrastrutture hanno causato, insieme al reddito di cittadinanza, la caduta di credibilità sulla manovra di Bilancio e la politica economica del governo: i mercati si sono convinti che il blocco delle opere più i sussidi assistenziali avrebbero annullato la crescita e alimentato la spirale del debito pubblico.
I No alle opere (più il reddito di cittadinanza) sono la causa dello spread. Di Maio, infatti, è in caduta libera di credibilità e consenso. A partire dai suoi, dagli elettori pugliesi a cui (insieme ad Emiliano del Pd) ha raccontato frottole.
Il nuovo nemico: Mario Draghi
Ora, per sviare l’attenzione dalle sue magagne, Di Maio ha trovato un nuovo nemico: Mario Draghi. Lo accusa di tramare contro l’Italia. Ignobile. Meriterebbe una censura pubblica. Draghi e la BCE ci stanno tenendo su comprando i nostri titoli a colpi di 4 miliardi al mese ( da quando esiste il governo con Di Maio).
I Cinque Stelle sono l’epicentro della crisi. Ormai è chiaro: si dovrà cambiare la manovra. Per il nostro bene. Lo hanno capito tutti.
Sapete perché non si fa? Perché c’è una sola cosa, purtroppo, che potrebbe modificare efficacemente quel documento: cancellare il reddito di cittadinanza. E’ quella la clausola dissolvente dei conti italiani. Di Maio (e i 5 Stelle) sono il nodo scorsoio al collo della nostra economia e della nostra credibilità internazionale.
Quando ne prenderà atto pure l’opposizione?
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.