L’incredibile fuga di informazioni sensibili relativa ai piani di attacco allo Yemen da parte dei vertici del gabinetto di sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump sta dominando le notizie.
Per chi non avesse seguito la vicenda, il direttore della prestigiosa rivista The Atlantic, Jeffrey Goldberg, che si è occupato di sicurezza nazionale, politica estera degli Stati Uniti e Medio Oriente per decenni, ha spiegato in dettaglio come è stato incluso (presumibilmente per caso) in una chat sull’app di messaggistica Signal (https://www.theatlantic.com/…/trump…/682151/). Goldberg ha ricevuto un invito a connettersi tramite l’app con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Mike Waltz (di per sé non una cosa così strana) e poi è stato aggiunto a un text group tra alti funzionari dell’amministrazione che hanno discusso di piani militari (questa sì una cosa davvero strana).
Sulla base delle iniziali e di alcuni altri dettagli, sembra che alla chat abbiano partecipato il segretario alla Difesa Pete Hegseth, il segretario di Stato Marco Rubio, il vicepresidente JD Vance e Stephen Miller, uno dei consiglieri più influenti di Trump. Il contenuto dei loro messaggi? I piani per colpire i ribelli Houthi dello Yemen (che sono stati poi eseguiti il 15 marzo: https://www.reuters.com/…/trump-launches-strikes…/) e la discussione sull’opportunità di procedere.
Nel corso della discussione, l’Europa è stata descritta da Hegseth come “PATETICA” per la sua tendenza a vivere e ad agire da parassita sfruttando la potenza militare americana; Hegseth è sembrato offrire quel commento nel tentativo dicreare un accordo con Vance, che giudicava l’operazione con i raid aerei nello Yemen troppo generosa con l’Europa. Un altro commento, a quanto sembra di Miller, precisava che il piano di Trump era quello di riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso, che gli Houthi avevano interrotto per rappresaglia in relazione alla guerra di Israele contro Hamas a Gaza, e poi ottenere un risarcimento dall’Europa e dall’Egitto.
In un’intervista con la NBC, Trump ha sostenuto Waltz e ha detto che questo episodio è stato “l’unico inconveniente in due mesi” e “si è rivelato non essere grave” (https://www.nbcnews.com/…/trump-stands-national…).
Ovviamente, si è trattato di una grave violazione di materiale riservato e il modo farsesco in cui è avvenuta mette, altrettanto ovviamente, l’amministrazione Trump in cattiva luce. “I repubblicani hanno passato anni a sostenere giustamente che Hillary Clinton aveva commesso un crimine quando ha tenuto informazioni riservate sul suo server privato – tra cui in particolare questi repubblicani!”, scrive Jim Geraghty sulla rivista di orientamento conservatore National Review (Hillary Clinton non è stata accusata di alcun reato e non c’erano prove che il suo server fosse stato compromesso). “Mi piacciono Mike Waltz e Pete Hegseth”, continua Geraghty. “Voglio che abbiano successo (…) Ma si tratta di errori nel processo decisionale che sono imperdonabili. Waltz deve sapere che Signal non è un sistema sicuro per la comunicazione e deve saperlo meglio di chiunque altro, non aggiungere un qualsiasi ‘JG’ alla chat list senza controllare. Hegseth deve sapere che non può semplicemente discutere di piani di guerra altamente segreti su un sistema non sicuro” (https://www.nationalreview.com/…/bad-signal-an-ugly…/).
Fatto sta che in questo modo il mondo ha appreso qualcosa in più sul vero pensiero dell’amministrazione Trump e sulla posizione dei principali responsabili. Vance era titubante riguardo a un’operazione che Trump apparentemente aveva autorizzato, per ragioni che corrispondono alle sue posizioni pubbliche in materia di politica estera. L’animosità anti-Europa dell’amministrazione americana è reale.
“La notizia è che i personaggi hanno interpretato il loro carattere pubblico”, scrive la redazione del Wall Street Journal. “Il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz si è espresso a sostegno della leadership degli Stati Uniti e dell’attuazione della politica del Presidente. Il vicepresidente JD Vance si è espresso per il ritiro degli Stati Uniti anche se Trump aveva ordinato diversamente” (https://www.wsj.com/…/yemen-houthi-group-chat-jd-vance…).
Definendo l’intero episodio “caotico” e degno di una puntata di “Veep”, The Economist aggiunge: “Waltz e altri funzionari a livello di gabinetto hanno espresso il loro disprezzo per gli europei e hanno insistito sul fatto che gli alleati dovrebbero pagare il conto per l’intervento militare americano, sottolineando al contempo la necessità di apparire più tosti dell’amministrazione di Joe Biden (…) In queste discussioni non c’è traccia di alcun dibattito sul fatto che ulteriori bombardamenti nello Yemen, un paese che è stato bombardato per anni, possano servire a qualcosa; sull’eventualità di un’escalation con l’Iran; o sul ruolo di Israele mentre il cessate il fuoco con Hamas sembra essere sull’orlo del collasso” (https://www.economist.com/…/a-shambolic-leak-reveals…).
“Se gli europei ancora non sapevano cosa pensa e cosa vuole da loro la nuova amministrazione di Washington, ora lo sanno: nell’ordine, ‘patetici’ e contanti”, scrive il columnist di Bloomberg Marc Champion. “Ad un continente già preoccupato che Trump possa disattendere qualsiasi richiesta ai sensi dell’articolo 5 della NATO o che sia intenzionato a estorcere denaro agli alleati trattenendo i pezzi di ricambio e gli aggiornamenti software necessari per far volare i loro caccia F-35 Joint Strike, il contenuto di questa discussione che trapelata involontariamente ne ha fornito la conferma” (https://www.bloomberg.com/…/signal-chat-leak-shows…).
Ci sono problemi ancora più grandi, scrive poi il generale a riposo dell’esercito australiano Mick Ryan nella sua newsletter Futura Doctrina. L’episodio rivela un “atteggiamento superficiale” nei confronti della “sicurezza operativa”, scrive Ryan. E a causa dell’inclusione del giornalista Goldberg, “la conversazione potrebbe anche essere stata compromessa da altre parti interessate straniere”. I telefoni sono hackerabili tramite spyware, quindi con l’aggiunta di Goldberg alla catena i rischi si sono moltiplicati (https://mickryan.substack.com/p/that-signal-chat). “Ci saranno anche molti alleati che guarderanno a questo e si chiederanno quanto siano sicure le loro conversazioni con l’amministrazione”, scrive Ryan. “Si interrogheranno sulla sicurezza delle informazioni condivise con questa amministrazione. Che impatto avrà sulla fiducia tra i vertici dell’amministrazione e le loro controparti nelle nazioni alleate? In passato, ci sarebbe stata un’indagine su questa violazione della sicurezza. Sarebbero stati introdotti dei cambiamenti. Sarebbero state licenziate delle persone. Quali sono le probabilità che ciò accada nell’attuale contesto?”
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.