di Gianluca Passarelli
Mai per sempre. Non un anno o un mese prima. Nemmeno una settimana. Neanche la vigilia, ma spesso il giorno stesso del voto. In realtà, quasi un quarto degli elettori italiani, e quindi anche in Emilia Romagna, decide per chi votare quando entra nella cabina elettorale. Una scelta last minute che segnala il cambiamento nel rapporto degli elettori con la politica, con i partiti e con i candidati.
Le ricerche politologiche (gruppo Itanes su tutti) segnalano da anni quanto le decisioni di molti elettori siano vieppiù influenzate e sovente determinate da fattori di breve periodo. Le appartenenze politiche sono diventate leggere, passeggere, temporali e spesso associate a un politico.
Molta della partita elettorale del prossimo 26 gennaio in Emilia-Romagna si giocherà proprio sul ruolo degli indecisi, che sono almeno un terzo dell’ elettorato, e non sanno ancora se recarsi alle urne e per chi votare. Nel 2014 l’astensione raggiunse cifre simili a quelle di Los Angeles dove vota il 20%, ma nessuno sembrò preoccuparsene. Questa volta la ri-mobilitazione dei propri elettori sarà una delle chiavi di volta del responso finale.
Le elezioni regionali in Emilia-Romagna
Difficilmente sarà possibile per Bonaccini o Borgonzoni convincere elettori del campo avverso. Tra quanti (soprattutto giovani) decideranno di esprimersi, come detto, molti indicheranno la fatidica X optando all’ ultimo istante. Lo faranno in base alla dichiarazione del leader, all’andamento dell’economia, alla percezione del proprio status economico. all’atteggiamento verso l’immigrazione, al contesto nazionale, al clima di opinione regionale, persino al nome del candidato o al colore del simbolo elettorale.
Infine, in un ambiente di legami deboli e di maggiore individualismo, le scorciatoie cognitive degli elettori trovano risposte nei singoli politici (non sottovalutare il voto di preferenza) e nel loro profilo. Ne deriva, che quanto più gli elettori sceglieranno se punire o premiare Matteo Salvini tanto meno la partita per il centro sinistra sarà complicata e difficile.
Il voto disgiunto
Se, viceversa, l’ attenzione sarà rivolta su chi dovrà governare l’Emilia-Romagna nei prossimi anni tanto più Bonaccini avrà possibilità per confermarsi alla guida di Piazzale Aldo Moro.
La possibilità di votare per una lista e per un candidato presidente ad essa non associato (voto disgiunto) potrebbe, infine, fare la differenza soprattutto allorché una quota significativa di elettori del Movimento Cinque Stelle decidesse di votare per il proprio partito, ma puntasse ad evitare la vittoria di Salvini, ex amico romano. Ne riparleremo dal 27 gennaio.
(Pubblicato su Corriere della Sera – Bologna del 17 gennaio 2020)
Full Professor | Ph.D. Comparative Politics – Sapienza Università – Dipartimento di Scienze Politiche. È ricercatore dell’Istituto Carlo Cattaneo e membro di Itanes. Si occupa di presidenti della Repubblica, partiti, sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto. È autore, tra l’altro, di La Lega di Salvini. Estrema destra di governo (2018); The Presidentialization of Political Parties (2015).