di Carlo Fusaro
Il voto europeo non è positivo: di più! Il dramma è – per ora – l’Italia.
Analisi lampo. Studiate meglio i risultati EUROPEI. L’esito del voto del 27 maggio 2019 non è solo positivo come m’era parso domenica sera. E’ molto molto positivo. Cominciando dalla partecipazione.
Non ci facciamo accecare dalle tristi vicende nostrane. Il vero è che i sovranpopulisti europei salgono da 155 a 177 seggi: tutto qui, inclusi una trentina di seggi di Farage (il leader brexitaro inglese). Quando l’UK se ne andasse (e io spero ancora di no), crollano a 147. Isolati e poco rilevanti.
Trionfo verde. Greta al governo europeo? Chissà. Ma sarebbe saggio includere i verdi nelle scelte decisive: perché l’ambiente è una delle due o tre sfide principali per l’EU. E i verdi del centroEuropa sono europeisti al 1000 per 1000 e pragmatici (altro che no Tap o no Tav o no Tutto!).
Cambiare l’Europa sì, dunque! Ma certo in direzione opposta a quella di Salvini e c., con o senza crocifisso! (Che avvilimento! Crocifissi, rosari, Marie: ma si lasciassero i simboli religiosi alla devozione dei fedeli invece di arruolarmi per la conquista del potere!)
Il dramma è l’Italia che è in assoluta controtendenza. Non sarà facile toglierla dall’isolamento in cui è e in cui rischia di restare. Altro che fare gli interessi degli italiani! A parte che l’EU unita e rafforzata E’ il primario interesse dell’Italia, il punto è che siamo gli unici a parte Ungheria e Polonia dove i populisti governano e remano dalla parte OPPOSTO al resto della maggioranza larga degli europei. Il problema politico italiano è questo: prima ancora che i guai economico finanziari che rischiano di scoppiare a giorni.
P.S. Scrive un giornale svizzero (tendenzialmente neutrale): Keinen Rechtsrutsch – sondern eine liberale, ökologische, progressive und gesamtgesellschaftliche Mobilisierung: Niente svolta a destra, ma anzi una mobilitazione liberale, ecologica e progressiva!
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).