di Elisabetta Corasaniti
In questi ultimi anni mi sono spesso chiesta se esistesse ancora una sfera pubblica degna di tal nome.
Se il concetto di comunità possa essere considerato ancora un luogo privilegiato, o ci si debba rassegnare alla logica del bullo, del ‘chi ce l’ha più duro.
Tutti, bambini in primis, ci nutriamo di ciò che respiriamo attorno a noi. I ragazzi si perdono nella noia perché nessuno ha proposto loro un’alternativa credibile, che prima di tutto realizzi la trasmissione di una passione per la vita, della certezza che si vive per uno scopo, rianimando la cultura e dirigendola verso una funzione creativa del futuro.
E’ possibile costruire un’alternativa?
Una risposta al populismo
C’è dell’altro rispetto alla retorica sovranista e populista. Ma non basta più riconoscere ciò che non funziona.
Occorre indicare una progettualità vera e propria, al di là delle contingenze ed oltre la componente partitica,
Un progetto chiaro e deciso, coraggioso nelle idee, granitico e preciso nelle obiezioni. Un progetto riformista.
Come si può uscire dalla logica cantilenante di lotta e di governo per cui da una parte c’è il popolo, che è buono, e dall’altra loro, le élites, i cattivi?
La risposta populista individua e riconosce le responsabilità politiche dei governanti e quindi li punisce col voto di protesta, ma senza che si riesca contestualmente a trasformare questo voto in una organica proposta politica realmente alternativa. E’ la risposta istintiva delle masse che avvertono il peso esistenziale di una profonda ingiustizia nel sistema economico e sociale; che però non hanno né la coscienza né la conoscenza per prospettare un’alternativa politica praticabile.
Un’alternativa culturale, riformista ed europeista
Il problema del nostro tempo è l’assenza di una prospettiva che abbia lungimiranza politica, che smetta di ricercare continuamente la scorciatoia per il successo immediato (che puntualmente poi non arriva, o se arriva fa danni peggiori).
Di fronte all’incompetenza ostentata come valore contro la ‘casta’, di fronte agli sberleffi alla democrazia di chi continua a blaterale su un ‘contratto di Governo’ (quale abominio etico e giuridico) che non si può realizzare, di fronte alla retorica dei porti chiusi e dei respingimenti di facciata e all’assistenzialismo a pioggia, è arrivato il momento di offrire un’alternativa chiara e credibile.
Un’ alternativa soprattutto culturale, che rompa nettamente con le attuali consuetudini e che si basi, all’opposto, su logiche democratiche, sulla competenza, sulla razionalità e la riscoperta dei valori che hanno fatto grande l’Italia in Europa e nel mondo.
Un’alternativa che inauguri una stagione referendaria per il superamento del bicameralismo paritario, con lo scopo di semplificare i procedimenti decisionali (quello legislativo in particolare) realizzando un adeguato sistema di checks and balances.
Una prospettiva europeista (perché indietro non si torna) alla crisi dell’Italia, fondata sul rilancio degli investimenti e del lavoro.
Una formula proposta e rivolta verso l’esterno e non immediatamente introflessa.
Un’ alternativa che si traduca immediatamente in una opposizione finalmente costruttiva e lungimirante, senza condizionamenti, e che non pensi che ci si possa alleare con un partito di cui ci si dichiara convinti oppositori .
La funzione di un’alternativa lungimirante è quella di ricollocarsi in un modo diverso, in modo critico, nel “qui ed ora”.
Nell’epoca della crisi della certezze culturali e sociali, è giunto il momento di offrire “agli erranti una dimora accessibile”.
Aspirante giurista riformista, pianista e lettrice compulsiva. Tra Beethoven, Rachmaninov, Baricco, Kundera, Mortati e Smend, sono la mamma di Laura.