di Alberto Colombelli
“Il trionfo della demagogia è momentaneo, ma le sue rovine sono eterne” (Charles Péguy)
Non a caso Sandro Gozi cita un poeta francese nel suo intervento al Palazzo delle Stelline a Milano nel corso dell’incontro “Europa vs. nazionalismi” di sabato 26 gennaio 2019. Un evento decisamente riuscito al punto da aver colto di sorpresa gli organizzatori costretti ad un imprevisto cambio di sala dell’ultimo momento a causa dell’alta partecipazione di pubblico riscontratasi all’appuntamento organizzato a cura di ”Unione Federalisti Europei” (UEF), “Movimento Federalista Europeo” (MFE) e “Comitati di azione civile Ritorno al futuro”, con la partecipazione del movimento civico milanese “Per l’Italia con l’Europa” ed occasione di dibattito pubblico con Astrid Panosyan, cofondatrice di “En Marche!” con delega alla sua azione internazionale.
L’incontro si è avuto all’indomani del lancio a Parigi, al Palazzo del Lussemburgo, la sede del Senato della Repubblica francese, da parte dello stesso Sandro Gozi in qualità di Presidente dell’UEF, insieme al Ministro francese degli Affari europei Nathalie Loiseau, della campagna #IchooseEurope rivolta a tutte le forze politiche e i movimenti civici che vogliono impegnarsi per la rifondazione della Ue e la cui natura assolutamente transnazionale, oltre qualsiasi dinamica circoscritta e locale, appare chiaramente sin dalle sue parole di presentazione.
“Con questa campagna i Federalisti europei, impegnati in tutti i 27 paesi dell’Ue, si rivolgono a tutte le forze politiche e ai movimenti civici pro Europa con la proposta di convergere su alcuni punti politici chiave per la rifondazione dell’Europa. La campagna ha lo scopo di favorire una nuova maggioranza parlamentare pro europea e pro riforma dell’Ue per uscire dallo ‘status quo’ nel nuovo Parlamento europeo. Una campagna continentale rivolta soprattutto ai giovani elettori, quelli che votano per la prima volta. Le elezioni europee sono la prima grande occasione per difendere e promuovere la nostra idea di Italia e di Europa.”
Un’azione che non nasce improvvisamente alla vigilia delle elezioni europee del 26 maggio 2019 ma che appare la naturale proiezione dell’impegno dallo stesso Sandro Gozi direttamente condotto sin dal 5 marzo 2018, all’indomani delle elezioni politiche italiane, volto a promuovere la costruzione di una nuova alleanza per il progresso e per l’Europa tra tutti i riformisti, progressisti e europeisti dell’Ue e che ora appare rafforzata dalla importante forza propulsiva dell’UEF e in Italia del MFE con sua proiezione anche al fondamentale fronte rappresentato dal civismo.
Temi da lui ribaditi nel corso dell’incontro di Milano in cui ha voluto sottolineare che la sua presenza a Parigi il giorno prima così come quella in corso a fianco dell’ambasciatrice in Europa di En Marche! erano “anche come italiano, per testimoniare agli amici francesi che c’è un’altra Italia rispetto a quella del governo; un’altra Italia rispetto a chi giustifica e minimizza gli insulti a un Paese e un popolo amico, derubricando le gravi tensioni a campagna elettorale; un’altra Italia rispetto a chi ci sta isolando, ogni giorno di più, rinunciando al trattato del Quirinale con la Francia (allo stesso tempo paradossalmente sempre dagli stessi criticata per aver perfezionato un accordo bilaterale con la Germania con il Trattato di Acquisgrana) e nascondendo dietro una maschera pacata scelte che danneggiano i nostri interessi nazionali e la nostra influenza”.
Testimonianza raccolta con piacere da Astrid Panosyan che ha rilanciato a sua volta affermando che per quanto la riguarda “al di là dei movimenti inconsulti dei 5Stelle e della Lega legati a questioni di politica interna, ciò che vedo è la realtà sul campo. Ogni giorno ci sono 200 milioni di euro di scambi tra Francia e Italia, sono reciprocamente il secondo partner economico, ci sono i posti di lavoro e gli scambi culturali, che, a differenza dei movimenti inconsulti, resteranno”.
L’autorevole esponente di En Marche! ha ribadito che “quello che oggi serve non è replicare alle provocazioni politiche populiste e nazionaliste, ma serve invece dimostrare la capacità di saper sviluppare insieme un progetto progressista coerente. La credibilità passa dalla capacità di saper sviluppare politiche interne e politiche europee che si dimostrino coerenti, stando sulle questioni essenziali, lavorando al di là degli schemi politici tradizionali per accordarci su quello che è veramente essenziale” .
E l’essenziale di cui parla sono i valori della democrazia liberale e dello stato di diritto, “valori non negoziabili”, sottolinea da perseguire attraverso progetti specifici da condurre insieme. Cita al proposito alcune questioni centrali molto concrete su cui avviare prontamente una congiunta azione progressista transnazionale quali quello della formazione professionale, delle condizioni dei lavoratori distaccati, della transizione ecologica, delle frontiere esterne.
Il feuille de route che traccia deve svilupparsi in tre punti fondamentali.
Il primo è “lo sviluppo di un ambizioso progetto condiviso, con una visione che sia all’altezza della missione che intendiamo perseguire, che comprenda temi quali sicurezza, protezione sociale, immigrazione, transizione ecologica quali veri pilastri progressisti”.
Il secondo è “realizzare una vera unione tra tutti i progressisti, riformisti e europeisti dell’Ue, che non si possono assolutamente permettere di presentarsi frammentati alla prossima consultazione europea”.
Il terzo è che “una volta arrivati in Parlamento europeo si sappia davvero uscire dai vecchi schemi, costruendo stabili, costruttive e ampie alleanze che oggi rappresentano una responsabilità collettiva storica, motivo per cui siamo qui”.
Posizione che Sandro Gozi promuove lanciando a sua volta tre punti.
Il primo è un basta all’Europa dei veti. “Siamo tenuti a controllare il rispetto da parte di tutti i paesi aderenti ai principi fondativi dell’Unione europea a difesa delle democrazie liberali e dello stato di diritto, ma non possiamo imporre a chi non vuole di continuare nel percorso verso un’Ue più politica e più democratica, verso un esercito comune europeo o una lotta comune al terrorismo o un congiunto impegno nella gestione della transizione ecologica. Allo stesso tempo però non possiamo permettere che impediscano a chi intende farlo di proseguire nel percorso verso un’unione politica europea.” Sandro Gozi si è detto “molto soddisfatto che nell’ultima Direzione Nazionale MFE si sia dichiarato che bisogna andare avanti in quella direzione con chi ci sta. C’è un mondo nuovo in cui confrontarsi, quello di ieri non c’è più. Questo ci impone di rifondare l’Ue su alcuni punti fondamentali. Per questo nasce la campagna #IchooseEurope.”
Il secondo è che dobbiamo fare massa critica. “Dobbiamo lavorare insieme. I nazionalisti non hanno nulla in comune se non quello di bloccarci. Più sono divisi al loro interno più sono costretti a cercarsi un nemico”.
Il terzo è assumere piena consapevolezza che Europa federale oggi significa Ue sovrana e democratica, più sovrana e più democratica. “La crisi della democrazia di cui oggi si parla è la crisi della democrazia nazionale che non ce la fa più a mantenere il controllo. Su questioni transnazionali (sicurezza, immigrazione, lotta al terrorismo, politica ambientale, finanza mondiale, multinazionali digitali) è necessaria una politica transnazionale, senza si è fuori controllo. Per questo serve un’Europa sovrana, serve un esercito comune europeo, serve un bilancio degli investimenti della zona Euro. Questo richiede più legittimità transnazionale democratica europea, servono partiti democratici europei. In questa legislatura europea è stata persa la grande occasione dell’introduzione delle liste nazionali europee perché il PPE e la CDU hanno deciso di rinnegare sè stessi, ma è una battaglia da ricondurre per le elezioni europee del 2024. Se non creiamo un vero spazio politico transnazionale europeo come pensiamo di poter stabilire un legame emozionale tra i cittadini e un legame politico a livello europeo?”.
E su questa questione Sandro Gozi chiude il suo intervento citando Charles Péguy come richiamo alle nostre responsabilità storiche. Responsabilità che Paola Testori Coggi in rappresentanza del movimento civico “Per l’Italia con l’Europa” ribadisce con forza e passione, evidenziando l’incoerenza delle politiche adottate anche da governi all’apparenza più europeisti di altri.
“Nel 2015 di fronte all’arrivo in Ue di 1,8 milioni di immigrati (contro i 130.000 del 2018) la Germania ne ha accolti 1 milione scegliendoli, soprattutto tra i siriani provenienti dalla rotta balcanica. Poi un anno dopo ha chiuso le frontiere sospendendo Schengen, permettendo ai paesi dell’est Europa di elevare muri e sostenendo l’erogazione di tre miliardi di euro di fondi europei a favore della Turchia per la gestione dei migranti. Ebbene questa non è Europa, questo è il più puro e forzato nazionalismo che persegue esclusivi interessi nazionali”.
Un monito affinché questo non si ripeta che accompagna con l’indicazione di tre punti di eccellenza da promuovere diffusamente tra i cittadini per ricordare cos’è l’Europa per noi.
Il primo è che “l’Ue non può chiudersi perchè è il più grande importatore di merce al mondo ed esportare per noi è fondamentale”.
Il secondo è che “in Ue abbiamo il cibo più sicuro al mondo. Non ci sono ormoni in Ue. Proteggiamo la qualità e la sicurezza alimentare più di chiunque altro al mondo. E lo facciamo proteggendo i prodotti tradizionali”.
Il terzo è che “in Ue abbiamo le norme più attente al rispetto dell’ambiente al mondo”.
Tutte eccellenze che rappresentano sfide mondiali che si possono affrontare e risolvere solo posizionandoci ad un livello superiore a quello nazionale, e quindi europeo. Sfide verso le quali la campagna #IchooseEurope direttamente si proietta. Lo esprimono chiaramente le parole di Luisa Trumellini, Segretaria nazionale MFE, “in linea con il ruolo che il movimento fondato da Altiero Spinelli ha sempre assunto cercando di far convergere in un impegno comune tutte le forze politiche, sociali, civili, civiche verso un costruttivo dibattito europeo che spingesse verso la realizzazione di un’Europa democratica e politica”.
Un impegno accentuatosi ora considerato che “le prossime elezioni europee saranno storicamente le prime con un vero contenuto politico, con una decisa sfida aperta tra europeisti e nazionalisti. Così ora serve mobilitare la società affinché definitivamente comprenda che l’Europa è un modello, di valori, laboratorio di un mondo che guarda in modo positivo al futuro, ma anche concreto motore propulsivo del nostro benessere. In Italia siano sul fronte, in prima linea in questa sfida. Abbiamo conseguentemente il compito e il dovere di contribuire concretamente a far vincere il fronte pro Europa. È la prima volta che ci troviamo storicamente di fronte a questa sfida. Oggi non ci sono ancora forze politiche transnazionali, ma c’è un’opinione pubblica che sente che deve mobilitarsi per difendere questa idea di Europa. Si dava per scontata questa Europa, oggi si inizia a capire che è in pericolo. E che con lei è in pericolo il nostro futuro. I cittadini lo stanno capendo. A noi la capacità di costruire lo spazio necessario in cui permettere di esprimere questo desiderio di mobilitazione. Lo dobbiamo fare riuscendo allo stesso tempo a realizzare schieramenti pro Europa che spezzino quelli tradizionali attuali. Aggregazioni espressione di nuove alleanze da preparare nell’immediato già nel corso della campagna elettorale ormai avviata, perché il nuovo Parlamento europeo dovrà essere pronto non appena insediatosi a organizzarsi per sostenere una battaglia senza precedenti nell’ambito della sfida senza tempo che ora appare ancora più vitale di sempre. Perché la sfida per la nuova Europa era ed ora lo è ancor di più quella da fare”.
Sfida che Roberto Cociancich, attento moderatore dell’incontro in rappresentanza dei “Comitati di azione civile Ritorno al Futuro”, ha fatto propria sottolineandone la rilevanza ed esprimendo a margine dell’evento come insieme ai relatori “le quasi duecento persone presenti nell’affollata sala fossero la più importante testimonianza di quanto sia importante mobilitarsi e battersi per un futuro più europeo e quindi più inclusivo, più aperto, più forte, più solidale”.
Lo dobbiamo fare, insieme, con la responsabilità da figli ricostruttori dei Padri fondatori dell’Europa.
Con coraggio, passione, visione e perseveranza. Dipende da ciascuno di noi. Nessuno escluso.
Ne va del nostro futuro di libertà, di democrazia e di pace.
Consulente d’impresa, esperto in Corporate Banking. Già delegato dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, è attivo nell’Associazione europeista Freedem e nell’Associazione InNova Bergamo. Ha contribuito al progetto transnazionale di candidatura UNESCO delle ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo’. Diplomato ISPI in Affari europei. Componente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. E’ impegnato nella costruzione di una proposta di alleanza tra tutti gli europeisti riformatori.