di Stefano Ceccanti
Oggi la Corte si riunisce per decidere sull’ammissibilità del conflitto presentato dal Pd sulle modalità di approvazione della legge di bilancio. Un rimedio estremo. Che capisce bene solo chi ha presente il male estremo ed eccezionale che si è verificato in questo passaggio su iniziativa del Governo ma soprattutto a causa della sudditanza delle Presidenze di Assemblea, in particolare quella del Senato.
Le anomalie mai verificatesi prima (ripeto: mai verificatesi prima, non c’è nessuna continuità su questo) sono state puntualmente ricostruite da Enrico Morando come segue:
Proprio perché le anomalie sono gravi e documentate ci sembra legittimo auspicare che la Corte, nei modi che essa riterrà opportuni e nel rispetto che si deve comunque alle sue decisioni, dia una risposta alle nostre legittime aspettative di evitare che esse si ripetano.
Non per noi come parte politica, ma per il rispetto che si deve al Parlamento e all’equilibrio tra Parlamento e Governo, tra maggioranza e gruppi di opposizione. Del resto, se non fossero gravi e documentate, non ci sarebbe stata l’importante e inedita critica nel discorso presidenziale di fine anno.
Vicepresidente di Libertà Eguale e Professore di diritto costituzionale comparato all’Università La Sapienza di Roma. È stato Senatore (dal 2008 al 2013) e poi Deputato (dal 2018 al 2022) del Partito Democratico. Già presidente nazionale della Fuci, si è occupato di forme di governo e libertà religiosa. Tra i suoi ultimi libri: “La transizione è (quasi) finita. Come risolvere nel 2016 i problemi aperti 70 anni prima” (2016). È il curatore del volume di John Courtney Murray, “Noi crediamo in queste verità. Riflessioni sul ‘principio americano'” , Morcelliana 2021.