di Enrico Morando
Non lo spaventavano le difficoltà, perché aveva il coraggio e l’entusiasmo necessari per affrontare le imprese più difficili: tornare a far vivere Mondoperaio, facendolo diventare un riferimento imprescindibile per la sinistra riformista italiana, era una di quelle al limite dell’impossibile. Ma Gigi è riuscito. Perché all’entusiasmo e al coraggio univa un’intelligenza rara, e una particolare capacità di cogliere l’essenziale di un problema, di una situazione, per proporlo all’attenzione degli interlocutori perché scrivessero, dicessero la loro.
Aperto all’innovazione, aborriva il nuovismo: pensava che il cambiamento necessario al Paese e alla nostra “parte“ potesse realizzarsi solo nutrendosi a profonde radici di cultura politica. Pronto a dimostrare che c’era più promessa di futuro nel Turati di “Rifare l’Italia“ e nel Di Vittorio del “Piano del lavoro“, di quanto se ne potesse trovare nelle nuove e luccicanti versioni del populismo massimalista di sinistra.
A LibertàEguale Gigi Covatta ha dato molto più di quello che ha ricevuto. Malgrado non siano mancati e non manchino tuttora quanti la considerano una delle tante (e troppo spesso inutili) correnti interne al PD, Gigi aveva trovato nella nostra Associazione un luogo di iniziativa e di elaborazione dei riformisti, e dei socialisti liberali in particolare. Un orto in cui far fruttare i semi prodotti da una lunga tradizione di pensiero e di pratica riformista.
Oggi, la sua scomparsa ci lascia storditi per il dolore. Ma il suo contributo di pensiero e di azione ci rende più forti nell’affrontare il cammino che abbiamo dinanzi. Grazie Gigi.
Presidente di Libertà Eguale. Viceministro dell’Economia nei governi Renzi e Gentiloni. Senatore dal 1994 al 2013, è stato leader della componente Liberal dei Ds, estensore del programma elettorale del Pd nel 2008 e coordinatore del Governo ombra. Ha scritto con Giorgio Tonini “L’Italia dei democratici”, edito da Marsilio (2013)