di Danilo Di Matteo
Il sangue curdo versato a Parigi è lì a ricordarci l’inadeguatezza della dicotomia Oriente/Occidente.
La culla della nostra civiltà, per dirne una, la Grecia classica, geograficamente è l’est dell’ovest. E che dire di Gerusalemme? O magari di quella sorta di Occidente greco rappresentato dal mondo bizantino?
Non solo. Oggi, come Habermas, parliamo in tanti di “costellazione post-nazionale”: non è più lo Stato nazionale a incarnare il luogo e la forma delle grandi decisioni, delle scelte che contano, e che pesano nella vita degli individui. Eppure i popoli, come quello curdo, privi di uno Stato non di rado soffrono più di altri. E per contro Stati plurinazionali, come quello turco, paiono talora dispotici e autocratici.
Senza dimenticare che la Turchia è costitutiva del Patto atlantico e che la presenza di esuli curdi in Scandinavia, nell’occidentalissima Scandinavia, ne condiziona la completa integrazione in quel Patto.
Aneliti di libertà oggi soffiano in Iran; ma fino a qualche mese fa i mass-media si soffermavano sulle spinte liberali, laiche e libertarie delle studentesse e degli studenti universitari proprio di Istanbul. Moti repressi spesso con la violenza.
I curdi hanno versato sangue per combattere, e contrastare, il califfato monocratico dell’Isis. Hanno conservato la propria identità, passando però per Helsinki, Stoccolma, Parigi. Metafora del “passaggio a Occidente” che altre volte abbiamo evocato; un passaggio non (necessariamente) omologante.
Ecco, chi ha colpito i curdi, in Francia, non ha infierito sull’ “Oriente”, bensì su un punto di forza della modernità-mondo. Un punto cruciale: se non si passa di lì le nostre ferite, le ferite del nostro mondo diverranno piaghe inguaribili.
Psichiatra e psicoterapeuta con la passione per la politica e la filosofia. Si iscrisse alla Fgci pensando che il Pci fosse già socialdemocratico, rimanendo poi sempre eretico e allineato. Collabora con diversi periodici. Ha scritto “L’esilio della parola”. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher (Mimesis 2020), Psicosi, libertà e pensiero (Manni 2021), Quale faro per la sinistra? La sinistra italiana tra XX e XXI secolo (Guida 2022) e la silloge poetica Nescio. Non so (Helicon 2024) È uno degli autori di Poesia e Filosofia. I domini contesi (a cura di Stefano Iori e Rosa Pierno, Gilgamesh 2021) e di Per un nuovo universalismo. L’apporto della religiosità alla cultura laica (a cura di Andrea Billau, Castelvecchi 2023).