di Umberto Minopoli
I tre parlamentari che hanno ottenuto il bonus sono i front runner dell’opportunismo amorale, ma la guardia è stata abbassata da tutti. E non solo da chi ha scritto quella norma senza limiti e condizioni.
Sui 100 miliardi distribuiti in economia sospetto che i bonus la facciano da padrone. Purtroppo, nei primi mesi del Covid, si è diffusa una posizione, di cui alcuni leader, di governo e di opposizione, si sono fatti portatori: “siccome stiamo tutti a casa, tutti siamo colpiti nel reddito, tutti abbiamo diritto a misure di assistenza2. E così, si è dato fiato ai provvedimenti come i bonus per le partite Iva, senza alcuna discriminazione.
Facile ora prendersela con i mentecatti che hanno approfittato. E non sono solo i 5 parlamentari. C’è stato un delirio demagogico, assistenzialista, rivendicazionista, di “assalto alla diligenza” che ha attraversato la politica. E che si riflette in tante posizioni, spesso articolate tra partiti diversi, che hanno sostenuto la deriva distributiva della spesa pubblica nei primi due mesi del Covid. Magari erano gli stessi che gridavano al lockdown come colpo di stato e che volevano la riapertura subito, nel pieno dei contagi.
La Cig a tutti quelli che perdevano il lavoro e il reddito d’emergenza ai poveri che perdevano il lavoro, anche quello nero, avrebbero dovuto essere la sola misura di assistenza garantita e assicurata. E magari finanziata non solo a debito ma con un contributo straordinario e una tantum di chi dal Covid non era colpito.
Ma in Italia, chissà perché, anche i benestanti pensano che il debito pubblico, la spesa in deficit sia la strada meno onerosa per far fronte a un’emergenza. Di qui il festival delle ipocrisie nei primi due mesi del Covid: gli strilli egoisti contro le “patrimoniali”, i sussidi a tutti, le misure a pioggia, l’inno al “fondo perduto” rispetto al prestito, il finanziamento a debito o con scostamento di bilancio. Miopia.
C’è stato un momento in cui, per la gran parte della politica e non solo di opposizione, il povero Gualtieri è stato ridotto a bancomat. Alcuni politici hanno avallato e solleticato l’assalto alla diligenza. Ora gli stessi la buttano in caciara e si stracciano le vesti contro i 5 felloni. Non avrebbero il diritto di farlo.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.