di Alessandro Maran
Ia Meurmishvili, ex caporedattrice del servizio in lingua georgiana di Voice of America, scrive per
Foreign Policy: “La Georgia si trova ad una svolta. Le dimostrazioni si sono diffuse in tutto il paese in risposta alla sconvolgente decisione del partito al governo Sogno georgiano di sospendere il processo di adesione della Georgia all’Unione Europea, iniziato nel 2022, dopo che l’opposizione lo aveva accusato di aver truccato (…) le elezioni parlamentari di ottobre. Gli eventi riportano alla mente la Rivoluzione di Maidan del 2014, quando gli ucraini protestarono contro la decisione dell’allora presidente Viktor Yanukovych di allontanare l’Ucraina dall’UE e avvicinarla alla Russia. Le autorità georgiane hanno risposto ai manifestanti con tattiche repressive. Hanno utilizzato idranti, gas lacrimogeni e forze antisommossa, prendendo di mira i giornalisti e arrestando gli attivisti nel tentativo di indebolire le proteste e scoraggiare ulteriori dissensi. Queste tattiche, che ricordano quelle usate dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, indicano un pericoloso passaggio verso l’autoritarismo” (
https://foreignpolicy.com/…/georgia-maidan-moment…/).
In effetti, la Georgia, uno stato post-sovietico che ha combattuto la sua guerra con la Russia di Putin nel 2008, si trova anche, in un modo che è immaginabile causi disaccordi e discussioni, al crocevia tra Russia e Occidente. Sebbene dichiaratamente impegnato nell’integrazione europea, il partito di governo Sogno georgiano è considerato dagli analisti internazionali come un elemento filo-russo (non è un mistero per nessuno che la Russia esercita un’influenza politica incessante nella sua orbita vicina).
“Eppure, nonostante tutti gli echi delle proteste di Maidan”, scrive The Economist, “il governo georgiano sembra molto più sicuro (di quello ucraino del 2014). ‘La polizia sembra felice di giocare allo stesso gioco ogni sera, distribuendo pestaggi con apparente impunità’, nota un osservatore occidentale a Tbilisi. ‘Non c’è alcuna indicazione che (i leader della Georgia) intendano cambiare direzione’. E per molti georgiani, qualsiasi somiglianza con l’Ucraina è motivo non per sperare, ma per preoccuparsi” (https://www.economist.com/…/huge-anti-russian-protests…).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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