di Umberto Minopoli
In Italia crescono insieme l’occupazione (a tassi record), la povertà assoluta e la disoccupazione giovanile: solo tra i giovani si perdono posti di lavoro.
E’ la prova che il reddito di cittadinanza, così com’è, non serve.
Occorrono due misure diverse.
Un vero assegno di mantenimento per chi è incollocabile e versa in condizione di povertà.
E, invece, una politica di misure per l’inserimento dei giovani, che incoraggi (decontribuzioni, formazione, politiche attive) assunzioni e mantenimento al lavoro. E un reddito di inserimento per i giovani che sono in questo percorso.
Il reddito di cittadinanza ha coperto (con molte storture, illegalità e ingiustizie) più condizioni di povertà. Ma ha totalmente fallito la missione di inserire i giovani.
Tutte le forze politiche dovrebbero sostenere la sua abolizione e sostituzione con due politiche distinte: il reddito per chi è povero ed è attestato non possa lavorare; politiche del lavoro attive e reddito di inserimento a tempo per chi può lavorare.
La vera difficoltà è fare le politiche per il lavoro e fare incontrare il lavoro che c’è, per fortuna, in Italia e i giovani o anche persone inoccupate non per volontà o impossibilità.
La manovra del governo, ad oggi, rinvia la riforma del RdC, fa solo piccoli risparmi e, paradossalmente, rischia di penalizzare se toglie il RdC ai giovani e ai collocabili e non lo sostituisce con le politiche di inserimento.
Ma la posizione dei Cinquestelle che si limita alla difesa del RdC è strumentale, insostenibile e dannosa: per l’economia e per i giovani.
Le altre due opposizioni dovrebbero convenire con il governo: il RdC va abolito e sostituito. E incalzarlo sulla riforma.
Facendo, su questo, come per le armi all’Ucraina: ci sono cose e misure su cui Conte va solo isolato e il suo estremismo battuto. Perché strumentale e teso solo a cannibalizzare il Pd.
I poveri e i giovani capirebbero.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.