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Ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea: facciamo presto

Umberto Ranieri domenica 16 Febbraio 2025
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di Umberto Ranieri

 

Tre anni fa, la notte del 24 febbraio del 2022, una grande potenza atomica attaccava militarmente un vicino più debole e ne annetteva parte del territorio. L’autocrate del Cremlino sosteneva che l’Ucraina si sarebbe dissolta all’avanzare dei cingoli russi. L’obiettivo era fare della Ucraina uno “Stato cuscinetto” ai propri confini, sul modello bielorusso.

Zelensky e la sua classe dirigente che erano nel mirino delle truppe speciali paracadutate a Kiev da Mosca per ucciderli, ebbero il coraggio di non fuggire come proposto loro dai servizi segreti statunitensi, di rimanere e inviare alla nazione il messaggio che il governo non era allo sbando.

Dovevano arrendersi? Hanno resistito! Combattuto con coraggio tre lunghi anni contro l’esercito di un paese di gran lunga più forte e potente della piccola Ucraina. La Russia non ha piegato la resistenza del popolo ucraino nonostante l’apporto relativamente modesto delle forniture militari occidentali e la brutalità degli aggressori, tra cui spiccano mercenari e detenuti assoldati nell’esercito russo, responsabili di efferatezze e brutalità verso le popolazioni civili e i prigionieri. A questi si sono aggiunti soldati inviati dalla Corea del Nord. Povera gente mandata al macello.

Putin ha atteso che alla Casa Bianca giungesse Trump per dichiararsi disponibile al negoziato. Trump è giunto e una lunga telefonata tra i due ha sancito che si avvieranno trattative. Trump è stato chiarissimo: il ritorno dell’Ucraina alle frontiere del 2014 (suggerito da Kissinger) è irrealistico, l’ingresso della Ucraina nella Nato non è proponibile, lo scambio di terre conquistate dall’Ucraina nella regione di Kursk con territori occupati non sarebbe mai accettato dai russi.

Prima ancora che qualunque trattativa abbia inizio, Trump consegna a Putin gli obiettivi che questi voleva conseguire. Infine, gli Usa esigono da un partner in difficoltà carta bianca nello sfruttamento dei giacimenti di metalli rari di cui è ricco il sottosuolo ucraino, preziosi gioielli della tecnologia del futuro. Se queste sono le intenzioni americane, Putin continuerà ad accaparrarsi le terre ucraine così come ha iniziato a fare nel 2014 con l’Anschluss della Crimea.

Trump difende l’idea di un’America imperiale che abbraccia gli stessi principi dei regimi autocratici del XXI secolo. Per questa America la sicurezza europea non è più al centro delle priorità militari americane. Se ne trarranno le conseguenze?

Non sono mancati errori da parte ucraina e dei suoi sostenitori nei tre drammatici anni di guerra. Come scrisse acutamente Andrea Graziosi, sarebbe stato possibile, dopo la sconfitta della Wagner e la marcia di Prigozhin su Mosca, nel corso del 2023, prendere una iniziativa politica puntando ad un armistizio in termini favorevoli all’Ucraina. Non hanno aiutato a muovere in questa direzione tensioni interne al gruppo dirigente politico militare ucraino. Né ci fu l’iniziativa di una Unione europea colpevolmente priva di una strategia su come porre fine al conflitto.

Guai, tuttavia, a dimenticare che la Russia di Putin è venuta assumendo sempre più i tratti di un regime militarista, cupo e dispotico. La morte di Navalny, le violenze contro ogni forma di opposizione, la condotta nelle operazioni militari in Ucraina indegna dell’esercito di un Paese membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’evocare la minaccia del ricorso al nucleare, hanno confermato il carattere lugubre e feroce del regime.

Ora pare si approssimi l’apertura di negoziati. E negoziati siano, non una sorta di diktat. Al tavolo dei negoziati l’Unione europea faccia valere il suo pensiero e sostenga proposte che aiutino a dare un carattere accettabile per l’Ucraina al compromesso cui giungere.

Ma il punto di fondo è portare a compimento il processo per l’ingresso nell’Unione europea dell’Ucraina. La Russia potrà cantare vittoria nell’impadronirsi proditoriamente di territori di una piccola nazione. Soprusi di cui prima o dopo si pagano le conseguenze.

Ma la sconfitta vera che subirà Putin sarà la europeizzazione dell’Ucraina. Impedirlo con la forza era l’obiettivo principale del despota russo. Su questo sarà sconfitto.

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