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La crociata del Cremlino per i valori tradizionali

Alessandro Maran mercoledì 13 Novembre 2024
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di Alessandro Maran

«Nel paese che riscrive i confini tra verità e menzogna, che muove guerra in nome di Dio, che chiama libertà l’occupazione e sfibra lo stato di diritto fino a cancellarlo, è l’avverbio poka, per ora, a dominare tutte le conversazioni», scrive Marta Allevato nel libro, “La Russia moralizzatrice: la crociata del Cremlino per i valori tradizionali”, con il quale documenta l’involuzione interna del regime di Vladimir Putin (https://www.ibs.it/russia-moralizzatrice-crociata-del-cremlino-libro-marta-allevato/e/9788855447959).

«“Per ora possiamo ancora lavorare” dice Sof’ja Russova aspettandosi da un momento all’altro che anche il Centro per la difesa delle vittime di violenza domestica venga bollato come “agente straniero”. “Per ora, non ci hanno ancora chiuso” bisbiglia Artem Kozljuk, riferendosi alla sua creatura RoskomSvoboda, che si batte per difendere i pochi spazi di libertà rimasti della rete. “Per ora non l’hanno chiamato” sospirano gli amici che provano a nascondere i figli dal servizio di leva. “Per ora” racconta la misura di quanto imprevedibile sia diventato per i russi il loro stesso Paese, del senso di precarietà che incombe su tutti, al di là del sostegno o meno della guerra, della difficoltà anche solo di immaginarsi un futuro».
Il cuore del libro è rappresentato dall’ultimo decennio putiniano, inaugurato dalle grandi proteste antiregime all’alba degli anni Dieci e finito con l’aggressione all’Ucraina. Marta Allevato, che ha trascorso quasi un decennio in Russia, racconta lo svolgersi di un processo che, tra indifferenza, paura e rassegnazione, ha portato il Paese a cambiare definitivamente volto, mettendo in luce il rinato conservatorismo della Russia, paladina dei valori tradizionali contro la “corruzione dell’Occidente”.
La svolta conservatrice di Putin arriva infatti col suo terzo mandato, nel 2012, quando il presidente lancia l’esperimento di una nuova, eclettica ideologia imperniata su idee reazionarie, richiamo ai valori dell’ortodossia, militarizzazione, sfiducia nella classe media urbana e antiamericanismo. Il tutto nel tentativo di far sorgere una nuova identità nazionale, in netta contrapposizione con un Occidente “peccatore”, preda di una corruzione morale dalla quale il Paese si deve difendere. Liberalismo, secolarismo, pacifismo, omosessualità e femminismo sono presi di mira oggi in Russia con leggi e campagne persecutorie, nel contesto di un sistema che si fa sempre più autoritario. Una crociata contro il mondo esterno (non è un mistero per nessuno che l’obiettivo fondamentale delle mosse di Putin sia quello di indebolire il tessuto della società occidentale e la stessa legittimità della democrazia liberale: https://www.stradeonline.it/…/2595-modello-populista…), ma più spesso contro quello interno, per zittire qualsiasi tipo di opposizione.

«I “valori tradizionali” sono costruiti e imposti dall’alto artificialmente, per perseguire obiettivi puramente pragmatici legati al mantenimento del potere», conclude Allevato. «L’elettorato sarà anche compatto dietro al presidente come unico baluardo nella guerra permanente contro l’Occidente, ma è una guerra che in pochi sono disposti a combattere sul campo. I russi sembrano più paralizzati dalla coercizione, dalla paura, dall’apatia e dalla loro proverbiale rassegnazione che propensi alla mobilitazione e tantomeno alla contestazione. Un diffuso cinismo continua a essere la cifra di questa società dove, però, non sono ancora del tutto spente le istanze di democrazia e cambiamento. La guerra, la militarizzazione del paese, il brutale autoritarismo darà vita a una società sul modello totalitario? Oppure, l’incapacità del regime di formulare una coerente ideologia, con una proposta di futuro non limitata al mero sacrificio per la patria e le flebili ma concrete fratture all’interno del consenso putiniano potranno, a lungo termine, rappresentare un rischio per la stabilità che il Cremlino propaganda? Il solco tra la retorica ufficiale e la realtà minaccia la capacità di Putin di dominare la battaglia ideologica per le menti e i cuori dei russi? È importante non distogliere l’attenzione dal secondo fronte della guerra della Russia, quello interno, perché è quello che, al di là dell’esito delle ostilità in Ucraina, continuerà a lungo a sanguinare».

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