di Claudia Mancina
Che si può dire sulla libertà che non sia già stato detto mille volte? Libertà va cercando ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta…
Ogni epoca ha la sua libertà, ma certo sono i nostri tempi che sono costruiti interamente su quest’idea. Divenuta, con la Dichiarazione d’Indipendenza americana, inestricabilmente connessa con la vita e la (ricerca della) felicità. Quella dea severa che richiedeva la morte con la spada in mano diventa promessa di vita felice.
Essere liberi significa poter dispiegare la propria vita nel modo più pieno, e cercare così quel tanto di felicità che dipende da noi e non dalla sorte. Ci sono voluti secoli e secoli per arrivare a questo approdo: che la libertà sia una forma di vita e non di eroismo. Che sia – almeno in via di principio – per tutti e non solo per alcuni.
Si dirà: ma nella pratica questo non è mai vero. Certo, ma i principi contano, i principi cambiano la storia, cioè la vita reale delle persone. Quando Jefferson scriveva quelle fortunate parole non pensava certamente alle donne e forse neanche agli afroamericani; ma quelle parole offrirono la base per l’emancipazione dei neri e per i diritti delle donne.
I principi sono il lievito della storia. Il principio della libertà di tutti gli esseri umani ha cambiato la storia del mondo.
Ma la libertà da sola non basta…
Tuttavia la libertà da sola non basta a ispirare un ordine giusto della società umana. Perché la libertà essendo di tutti contiene una possibilità di conflitto tra la mia e la tua libertà.
Non a caso i pensatori della politica si sono dannati su questo punto per secoli. Al di là delle soluzioni istituzionali o morali proposte, oggi possiamo dire che nessuna soluzione funziona se accanto al principio della libertà non viene posto quello della responsabilità. Verso gli altri, verso la società, verso noi stessi.
Costruire la nostra vita secondo libertà richiede una responsabilità verso gli altri, verso il mondo che ci circonda. Inteso come ambiente naturale, ma anche come ambiente sociale, come insieme di relazioni vive, presenti, e passate, incorporate nelle istituzioni e nelle forme di vita.
Spesso quelle istituzioni e forme di vita sono da criticare e da cambiare; ma anche questa è responsabilità. E insieme è libertà.
da il Corriere della Sera, 18 gennaio 2019
Già docente di Etica all’Università “La Sapienza” di Roma, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Deputato dal 1992 al 1994 e dal 1996 al 2001 nel gruppo Pds/Ds, è membro della direzione nazionale del Partito democratico. Il suo ultimo libro è “Berlinguer in questione” (Laterza, 2014)