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La politica estera Usa sarà imprevedibile

Alessandro Maran sabato 9 Novembre 2024
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di Alessandro Maran

 

È probabile che la nuova parola d’ordine della politica estera americana torni ad essere l’imprevedibilità.
Quando il comitato editoriale del Wall Street Journal il mese scorso gli ha chiesto se avrebbe schierato l’esercito statunitense per rompere il blocco cinese di Taiwan, se si fosse trovato di fronte a una crisi del genere, Donald Trump ha risposto: “Non ne avrei bisogno, perché (il leader cinese Xi Jinping) mi rispetta e sa che sono un pazzo furioso” (https://www.wsj.com/…/donald-trump-the-bully-with-a…).
Tornando alla Casa Bianca, Trump e il suo caratteristico stile erratico affronteranno un mondo recentemente segnato dal caos geopolitico, come osserva Matt Spetalnick della Reuters (https://www.reuters.com/…/trumps-erratic-foreign…/).Salvo accordi di pace difficili da ottenere, due guerre in Medio Oriente e un’altra in Ucraina accoglieranno Trump dopo il suo insediamento. Le tensioni con la Cina incombono, come sempre. Spetalnick scrive: “Gli amici e i nemici dell’America rimangono cauti mentre attendono il ritorno di Trump in carica a gennaio, chiedendosi se il suo secondo mandato sarà pieno dello stesso tipo di turbolenza e imprevedibilità che hanno caratterizzato i suoi primi quattro anni”.
L’imprevedibilità è parte del problema, scrive Alec Russell in un articolo sul Financial Times. Alcuni lo considerano un elemento centrale dell’approccio di Trump alla politica estera. “Eppure su alcune questioni i suoi collaboratori dicono che è chiarissimo”, scrive Russell. “Insistono sul fatto che sarà pronto ad agire con una velocità vertiginosa per porre fine alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Nel frattempo, ha in programma di minacciare dazi sempre più elevate per spingere gli alleati dell’America a spendere di più per la difesa e ad uniformare le loro relazioni commerciali con gli Stati Uniti, mantenendo al contempo la pressione sulla Cina. L’audace agenda globale ‘America first’ immaginata dagli alleati, dai consiglieri e dagli ex collaboratori di Trump (e dai futuri potenziali collaboratori), è un programma in cui amici e nemici saranno giudicati in base alla stessa semplice metrica: il loro surplus commerciale bilaterale con gli Stati Uniti” (https://www.ft.com/…/f18588c8-a122-4dc2-b095-0f75aeb748bf).
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