di Carlo Fusaro
Di crisi delle democrazie si parla ciclicamente da tanto tempo. Ma ora che la sfida delle non-democrazie autoritarie si è fatta (più) pesante far finta di nulla mi pare suicida.
Tre vicende in poche ore.
-Negli Usa a riprova che quel sistema istituzionale funziona sempre peggio, Biden è brutalmente ricattato un giorno sì e l‘altro pure. Ora i repubblicani rifiutano i sostegni al‘Ucraina (e a Israele) finché Biden non fa quel loro vogliono sull’immigrazione. Che non c’entra nemmeno alla lontana.
-In Inghilterra Sunak se l‘è cavata per un pelo sulla legge sempre in materia di immigrazione ma i più fanatici fra i suoi han mostrato di fare gruppo e poterlo tenere sotto schiaffo.
-In Francia il governo (e dunque Macron) han subito una clamorosa anche se non definitiva sconfitta parlamentare: ancora in materia di immigrazione, ma per il sommarsi (tipo Italia) di… opposte opposizioni (estrema destra ed estrema sinistra) che mai potrebbero costituire un alternativa ma chiedono unanimi le dimissione ella prima ministra.
In Germania i giornali cominciano a titolare su una possibile rottura della coalizione che esprime Scholz (Spd, liberali, verdi). Della Spagna sappiamo. In Olanda han votato e nessuno sa cosa succederà.
Amici e colleghi stimabili continuate spiegarmi che non ci vogliono tanto riforme quanto adeguamento dei sistemi partitici in modo che comincino (in Italia) o tornino (altrove) a comportarsi “bene”. Vasto e improbabile programma.
Io sono sempre più convinto che occorra darsi istituzioni (regole costituzionali ed elettorali) più funzionali a far funzionare le nostre democrazie. Certo: anche a prezzo di qualche rigidità, di qualche semplificazione e della rinuncia alle tentazioni assembleari.
Prima che sia tardi.
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).
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Assolutamente d’accordo, mi pare assai più convincente del commento di Cundari oggi su Linkiesta con il quale mi piacerebbe che facessi polemica!