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Lega-M5s, l’ircocervo del nazionalpopulismo

Carlo Fusaro lunedì 1 Aprile 2019
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di Carlo Fusaro

 

Il metodo mi pare chiaro, la strategia pure. M5S e Lega salviniana – con l’entusiastico consenso (ora un po’ calante sul fronte M5S) di una notevole parte dei cittadini – han dato vita a un mostro costituito da due forze politiche che hanno obiettivi diversi e programmi in larga parte diversi, ma se ne fottono di dare al loro governo un indirizzo politico vagamente omogeneo degno di questo nome.

 

La ripartizione verticale delle politiche principali

La loro strategia è di ripartirsi verticalmente le politiche principali, quelle che hanno creato e possono rafforzare l’immagine dell’uno o dell’altro partito: una politica contro gli immigrati (non contro l’immigrazione) a me, un politica di rallentamento se non sabotaggio dei grandi investimenti a te; un reddito di cittadinanza a me, una quota cento a te; una politica all’americana reazionaria sulle armi a me, una legge contro la corruzione a te; e via continuando.

Anche quando non sono d’accordo (e infatti i parlamentari poverini scalpitano, ma poi obbediscono grazie al controllo militare dei due gruppi parlamentari: con tanti saluti alle anime belle che pensano alla libertà di mandato) abbozzano.

Ma abbozzano dopo aver fatto finta di litigare con tweet and post e dichiarazioni spavalde di Salvini contro Di Maio di Di Maio contro Salvini con contorno di qualche colonnello o di qualche colonnella. Ma poi son come le baruffe chiozzotte. Alla fine non succede nulla: ma i giornali se la sono bevuta (“maggioranza spaccata”, “maggioranza in crisi”, “durerà il governo fino a domani, al mese prossimo, alle Europee”: quando mai).

 

Un governo che è maggioranza e opposizione

L’alleanza M5S e Lega, il governo del signor nessuno guidato dai due vicepremier copre tutto il campo: è maggioranza e opposizione a sé stesso. Solo che è maggioranza sul serio, voto per voto; è opposizione per finta. Ma occupa tutto il campo. E continuerà a farlo finché informazioni e cittadini se la bevono.

In realtà sono decisi a governare e a continuare a farlo, perseguendo nella politica di NON avere una politica comune ma dieci cento politiche suddivise 50-50. Può darsi che gli equilibri cambino e si passi a un equilibrio un po’ diverso. Ma sempre quella resta la strategia. Suscettibile davvero di durare a lungo spartendosi nel frattempo tutto il possibile: e prima di tutto ogni immaginabile carica.

 

Uniti dal nazionalpopulismo

Uniti da niente se non dal metodo: una specie di nazionalpopulismo declinato in modo diverso dai due sodali, saldamente accomunati da politiche diversamente reazionarie e da un’unica stella polare. La ricerca del consenso giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto alle spese degli italiani di oggi e di domani.

Sapendo bene che la contentezza dei quota cento e dei beneficati dal reddito di cittadinanza fa più moltiplicatore della rabbia di coloro (tutti gli altri! e specie i giovani) sulle cui spalle ricadranno i costi (i primi essendo immediatamente identificabili, i secondi ovviamente no).

Può essere che in autunno arrivi una qualche resa dei conti a colpi di spread quando si dovranno inventare cosa fare per i bilanci dal 2020 al 2022 con clausole IVA da disinnescare e compagnia cantando. Ma ciò avverrà solo se il paese e la sua classe dirigente sapranno reagire: anche in piazza. Se no ci porteranno fuori da tutto (Schengen, sistema monetario ed euro, fianco l’UE) pur di rinviare il pagamento delle cambiali che stanno firmando a palate.

Ecco perché parlo di ircocervo (Treccani: «…animale favoloso, che partecipa della natura del capro e del cervo. Usato per lo più (già in lat.) in senso fig., con riferimento a cosa assurda, inesistente, chimerica…» ). Solo che questo ircocervo gialloverde, a nostra damnatio, non solo è reale, realissimo: ma vola, e vola alla grande sulle ali della dabbenaggine di troppi di noi.

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