di Stefano Ceccanti
Il protocollo di oggi tra Governo e Cei e l’avvio del tavolo con le religioni diverse dalla cattolica dimostrano la piena sintonia col Parlamento
Che a solo un giorno di distanza dal voto della Camera, che viene dopo la tempestiva presentazione nei giorni scorsi dell’emendamento al decreto 39, il Ministero dell’Interno sia già stato in grado di stipulare un protocollo per la ripresa in sicurezza della libertà di culto della Chiesa cattolica, è un grande segno di sintonia tra Camera e Governo.
Ci auguriamo che anche il tavolo prontamente aperto con tutte le confessioni diverse dalla cattolica, come altresì richiesto dal Parlamento, consenta a tutti i cittadini di praticare il proprio culto.
Ciò dimostra la totale strumentalità delle critiche che ancora nella giornata di ieri accusavano i sostenitori dell’emendamento di voler addirittura ritardare la ripresa in sicurezza dei culti, quando invece la finalità era quella positiva che si è rivelata da subito feconda.
Vicepresidente di Libertà Eguale e Professore di diritto costituzionale comparato all’Università La Sapienza di Roma. È stato Senatore (dal 2008 al 2013) e poi Deputato (dal 2018 al 2022) del Partito Democratico. Già presidente nazionale della Fuci, si è occupato di forme di governo e libertà religiosa. Tra i suoi ultimi libri: “La transizione è (quasi) finita. Come risolvere nel 2016 i problemi aperti 70 anni prima” (2016). È il curatore del volume di John Courtney Murray, “Noi crediamo in queste verità. Riflessioni sul ‘principio americano'” , Morcelliana 2021.