di Alberto Colombelli
“La vera democrazia, viva, in crescita e fonte di ispirazione, ripone la sua fede nelle persone (…) la fede che le persone non condanneranno coloro la cui devozione ai principi li conduce a percorsi impopolari, ma ricompenseranno il coraggio, rispetteranno l’onore e alla fine riconosceranno il giusto.” (John F. Kennedy, Profili del coraggio, Premio Pulitzer per la biografia 1957)
A Liz Cheney è stato quest’anno riconosciuto il Profiles in Courage Award della JFK Library.
Nelle scorse ore Trump ha vinto contro di lei.
Apparentemente.
Gli elettori repubblicani in Wyoming l’hanno eliminata dalle primarie alle quali si è presentata nella sua veste di Deputata uscente.
Liz Cheney, figlia di Dick Cheney, già Vice Presidente di George W. Bush, non potrà così tornare al Congresso a novembre.
Dovrà quindi anche lasciare il suo posto di Vice Presidente nella Commissione d’inchiesta che indaga sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, quando per la prima volta nella storia un presidente uscente ha cercato di minare e violare una transizione presidenziale.
Posizione che l’aveva trasformata in uno dei nemici principali dell’ex-Presidente, nell’esercizio della quale sta anche cercando con determinazione di essere un vero argine alla trumpianizzazione del Partito Repubblicano.
La sua decisione di entrare nella Commissione ne aveva elevato lo status a operazione bi-partisan, liberandola dall’immagine di essere un semplice strumento di rivalsa e di contrasto politico dei democratici contro l’ex-Presidente.
Nell’accettare l’incarico le parole di Liz Cheney erano state molto chiare:
“I repubblicani non possono essere fedeli a Trump e allo stesso tempo fedeli alla Costituzione”.
Due anni fa aveva vinto le primarie del Partito Repubblicano per la Camera dei Rappresentanti in Wyoming addirittura con il 73 per cento delle preferenze.
Dopo il suo coraggioso impegno di questi mesi ieri ha preso solo il 29 per cento dei voti, contro il 65,8 per cento di Harriet Hageman, la candidata che ha potuto contare sull’appoggio di Trump.
Liz Cheney in queste nuove primarie ha perso ma ora è il simbolo della massima integrità e responsabilità politica di fronte agli elettori.
Non ha mai cercato di assecondare l’elettorato né tantomeno il Partito Repubblicano allineando le sue idee alle ferree direttive di convenienza dettate dallo stesso o ammorbidendo le sue posizioni sullo stato del partito e della nazione.
Anzi, ferma nelle sue posizioni e consapevole delle conseguenze che ne sarebbero derivate, non ha mai smesso di giudicare in modo libero il comportamento dell’ex-Presidente e di identificarlo come un problema per la democrazia.
Oggi Liz Cheney ci dimostra che fare Politica con coraggio ancora si può, che innanzitutto significa non rinnegare se stessi, le proprie idee, i propri ideali e valori. Costi quel che costi.
Si può perdere una posizione, nel rispetto del proprio servizio al Paese, ma la strada è lunga e così già si proietta in una dimensione ancora più grande, quella potenziale di una candidatura alle presidenziali 2024.
Grazie Liz, il tuo esempio è una lezione universale.
Quanto mai prezioso oggi.
Anche in Italia, proprio in questi giorni.
Nei quali anche scelte delle ultime ore alimentano il legittimo dubbio che più che il coraggio e la visione purtroppo siano ancora dominanti e premianti l’obbedienza e il silenzio.
L’esempio di Liz Cheney è un elogio alla democrazia, agli idealisti e al coraggio.
Un prezioso messaggio di speranza, la più alta dimostrazione di come ancora in questo nostro tempo si può e si deve difendere la dignità della Politica e le nostre democrazie.
“E’ diffusa l’opinione che in questo mondo non vi siano più figure eroiche. Il cinismo e la disperazione ci fanno credere che il coraggio morale si sia spento. Non è così. Ci sono persone tra noi che ancora possiedono quel valore.” (Kerry Kennedy)
Consulente d’impresa, esperto in Corporate Banking. Già delegato dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, è attivo nell’Associazione europeista Freedem e nell’Associazione InNova Bergamo. Ha contribuito al progetto transnazionale di candidatura UNESCO delle ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo’. Diplomato ISPI in Affari europei. Componente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. E’ impegnato nella costruzione di una proposta di alleanza tra tutti gli europeisti riformatori.