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L’orgoglio del garantista: tre casi, un’unica lezione

Dario Parrini sabato 15 Giugno 2019
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di Dario Parrini

 

In questi giorni più d’uno mi ha chiesto perché per me il garantismo è un principio sacro di civiltà giuridica e politica.

Ho risposto ricordando tre scelte che mi sono trovato a fare quando ho ricoperto l’incarico di segretario regionale del Pd.

Tre scelte non facili ma delle quali andrò sempre orgoglioso.

Scelta numero uno: poiché Enrico Rossi da fine 2012 risutava indagato dalla Procura di Massa per la vicenda del buco da 440 milioni nel bilancio della Asl apuana, tra la fine del 2014 e l’inzio del 2015, alla vigilia delle elezioni regionali, vi fu chi tentò di trascinarmi in una polemica assurda adducendo l’inopportunità di ricandidare a Presidente della Regione una persona a rischio di rinvio a giudizio, utilizzando strumentalmente anche stralci di intercettazioni decontestualizzate pubblicate dai giornali.
La reazione mia e del gruppo dirigente del Pd toscano fu netta: la presunzione d’innocenza è una regola costituzionale, non uno scherzo. Non si può transigere. Nessuno nel partito usò l’inchiesta e le intercettazioni contro Rossi. Rossi fu ricandidato e vinse. Nell’ottobre del 2016 fu la stessa Procura di Massa a chiedere l’archiviazione della sua posizione.

Scelta numero due: pochi mesi dopo, sempre alla vigilia delle regionali del 2015, dovetti affrontare polemiche di non poco conto per la mia decisione di respingere al mittente ogni richiesta di escludere dalle liste del Pd per il consiglio regionale una nostra rappresentante che era stata da poco rinviata a giudizio per tentato abuso d’ufficio. Seguii in questo secondo caso lo stesso principio seguito per Rossi. La persona in questione fu poi eletta. E nel gennaio 2019 è stata assolta.

Scelta numero tre: alla vigilia delle elezioni amministrative del 2017, nonostante diverse richieste in senso contrario, condivisi con forza la ricandidatura di un nostro sindaco di una città importante che da poco era stato riviato a giudizio per corruzione elettorale, peculato e abuso d’ufficio. Nel dicembre 2017 questo sindaco, da alcuni mesi splendidamente e meritatamente rieletto, fu assolto da tutte le accuse con formula piena.

Ecco. Essendoci passato di persona, ho imparato che solo se si tengono fermi i principi si possono evitare colossali ingiustizie umane e politiche.
Fuori dal garantismo c’è una cosa sola: la barbarie.
Le vie di mezzo non esistono.

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