di Umberto Minopoli
Ogni giorno il prezzo del gas e, a ruota, quello dell’energia elettrica si impenna. In Europa, non nel resto del mondo. E noi siamo i più esposti, insieme alla Germania. La corsa del gas si è mangiato in poche settimane gli indicatori in ripresa della nostra economia. E l’autunno si annuncia drammatico per i settori industriali gassivori.
Non si deve credere che basti agitare l’obiettivo di Draghi – il tetto europeo al prezzo del gas – per risolvere il problema. Peggio ancora inseguire le idiozie dei Verdi italiani che con Bonelli invocano il tetto al prezzo italiano: semplicemente smetterebbero tutti di vendercelo e piomberemmo nel disastro energetico.
Il tetto al prezzo del gas è già difficilissimo farlo in Europa ( che è un consumatore globale e, quindi, forse in grado di imporre un cap al prezzo). Figurarsi in Italia.
Sul gas il programma del centro sinistra è il cap al prezzo e il mantra delle rinnovabili per sostituirlo. Si liquida il nucleare per i tempi di costruzione delle centrali, ma per realizzare un campo eolico o fotovoltaico in grado di sostituire un impianto termico a gas di potenza elevata, occorrono non meno anni della costruzione di una centrale nucleare di 1 GW. Ma nessuno lo dice.
La verità è che nemmeno l’eventuale accordo per un prezzo europeo sarebbe la soluzione dell’emergenza. Non possiamo sfuggire alla necessità di estrarre più gas (lì davvero il prezzo lo facciamo noi) e di rigassificare più gas liquido.
Altro che tre rigassificatori. Ce ne vorrebbero almeno il doppio o di più. E i rigassificatori sono impianti pronti, che si dispiegano in poco tempo.
E intanto, a proposito del nucleare, si deve pensarlo, in termini europei, come utilizzo anche per l’emergenza. Per abbassare il prezzo dell’energia elettrica. Accordi di importazione e partecipazione degli energivori italiani (siderurgici, cartari, Industria del vetro ecc.) alla costruzione e alla gestione delle centrali nucleari ai nostri confini per importare da esse energia elettrica a prezzi fissi.
Il Pd deve capire che rimuovere tutto questo e far parlare Bonelli o la Schlein su gas ed energia è davvero disarmante.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.