di Danilo Di Matteo
Un discorso di fine anno luminoso quello del presidente Sergio Mattarella. L’esordio è affidato alla sottolineatura della centralità, nelle nostre vite, dell’aspetto relazionale. E per relazionarsi in maniera feconda ingrediente essenziale è la fiducia. Su ciò insisteva anche il presidente Giorgio Napolitano. Non vi può essere convivenza tra diversi senza fiducia.
È su di essa che viaggia la speranza. Compresa la speranza nutrita dal dolore di chi orienta la propria sofferenza verso il bene degli altri e delle altre.
La guerra, per contro, è la negazione della speranza. E l’ostinazione per la pace è il volto più autentico della libertà, del diritto, della democrazia. Per una pace giusta, non per la sopraffazione a opera dei prepotenti.
E la bimba di Gaza morta assiderata a Natale ci richiami alla responsabilità e all’umanità, a una convivenza dignitosa. Dignità innanzitutto per le bambine e i bambini. E le donne, ecco l’augurio conclusivo, non siano più vittime; se ne accolga e valorizzi piuttosto il contributo formidabile alla civiltà.
Grazie, presidente!
Psichiatra, psicoterapeuta e studioso di filosofia con la passione per la politica. Si iscrisse alla Fgci pensando che il Pci fosse già socialdemocratico, rimanendo poi sempre eretico e allineato. Collabora con diversi periodici. Ha scritto “L’esilio della parola”. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher (Mimesis 2020), Psicosi, libertà e pensiero (Manni 2021), Quale faro per la sinistra? La sinistra italiana tra XX e XXI secolo (Guida 2022), le raccolte poetiche Nescio. Non so (Helicon 2024) e Ombre dell’infinito, figure del Sublime. “Voce di silenzio sottile” (Helicon 2024). È uno degli autori di Poesia e Filosofia. I domini contesi (a cura di Stefano Iori e Rosa Pierno, Gilgamesh 2021) e di Per un nuovo universalismo. L’apporto della religiosità alla cultura laica (a cura di Andrea Billau, Castelvecchi 2023).