di Vittorio Ferla
Giorgia Meloni da una topica all’altra. Chi ci rimette siamo noi tutti, opposizione inclusa.
L’ultima è stata l’indecorosa e vergognosa sceneggiata olimpica sull’atleta algerina. Ma chi le ha suggerito di cavalcare una polemica che al massimo doveva restare in campo sportivo? Mi sono sentito e mi sento in imbarazzo per l’Italia. Roba che nemmeno Órban (infatti ci ha marciato subito Putin più tutti gli antiwoke e antigender più trumpizzati).
Ma prima altre cose.
La più recente è la minacciata distruzione (agricola, commerciale) della filiera della cannabis light… Dico minacciata perché scommetto che appena si organizzano la maggioranza farà marcia indietro (salvo sperperare qualche decina di milioni nei soliti ristori).
La più grave è la gestione della formazione della Commissione UE con la quale ha isolato l’Italia (certo non da Ungheria e Slovacchia ma tutti quelli che pesano) e distrutto un capitale di relativa fiducia personale che si era conquistata. Aver scelto il suo partito ultraconservatore europeo a scapito del suo paese è stato imperdonabile.
Ora chi mi legge sa bene cosa penso di Meloni e della sua maggioranza. Inutile serve ripetersi.
Ma come in Europa un’Italia screditata e indebitata fino al collo mi dispiace (e tanto) così vedere indebolita Meloni al punto da rischiare il fallimento di almeno due delle riforme serie avviate (separazione carriere, premierato) mi spiace altrettanto.
Come a Bruxelles se lì fallisce Meloni fallisce l’Italia che di certe innovazioni ha bisogno come il pane. Fa rabbia vederle messe a repentaglio dalla stolidità e dall’inesperienza di Meloni. Speriamo si dia una regolata.
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).