di Umberto Minopoli
La crisi del gas si fa drammatica. La prospettiva che sia la Russia a tagliare le sue forniture inizia a delinearsi.
L’Europa deve sciogliere la contraddizione: non vuole provocare la Russia con il tetto al prezzo del gas, ma questo non impedisce che siano i russi a tagliare. E, intanto, il prezzo del gas alimenta l’inflazione. Sul tetto al prezzo c’e’ anche la resistenza dei paesi europei estrattori del Nord. Ma l’inflazione che sale, spinta dal prezzo del gas, stringe la morsa: l’Europa deve convincersi che non può volere il contrasto all’inflazione e dire no al tetto.
La seconda urgenza è sostituire il gas russo, come dice Draghi, “per sempre”, quali che siano tempi ed esiti della guerra. La strategia energetica del governo fa leva su più tasti, nessuno dei quali è eliminabile. E’ strategico diversificare le fonti di provenienza del gas con i tre rigassificatori previsti (se la Toscana si oppone decida il governo). Occorre elevare la quota di gas estratto in casa (trivelle) e generare elettricità anche dai rifiuti (termovalorizzatori).
I populisti devono rassegnarsi e cambiare la retorica: sull’energia oggi vale il primum vivere. Ma una parte di gas importato va sostituito permanentemente, cambiandone il peso negli usi finali di energia: nella produzione di energia elettrica, nella produzione di calore per l’industria hard to abate (acciaio, carta, chimica, ecc), nella produzione di carburanti low carbon per la mobilità.
I sostituti per questi tre usi sono ben individuati: centrali nucleari per sostituire gas e carbone nella generazione di elettricità; idrogeno per sostituire il gas negli usi industriali; biocarburanti, insieme alla trazione elettrica e all’idrogeno, per la mobilità- ma hanno tempi tecnologici e realizzativi, di cui però vanno messe le premesse.
Il nucleare (specie quello dei nuovi reattori avanzati) offre soluzione anche per usi non elettrici (produzione di idrogeno, usi termici e desalinizzazione per la crisi idrica).
L’elettricità, generata, da fonti rinnovabili e nucleari è il tema europeo più urgente, la risposta strutturale aI tagli del gas russo. Come sul gas, serve un piano europeo sulla generazione di elettricità.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.