di Vittorio Ferla
Il dibattito pubblico italiano è inquinato ormai da settimane da sedicenti intellettuali della “complessità” impegnati a rimuovere ogni briciolo di buon senso e tangibile verità: le sofferenze dei cittadini ucraini, la violenza devastatrice che il governo russo abbatte sul loro paese, il valore della resistenza per difendere la libertà e la sovranità, la sistematica violazione delle promesse di pace da parte di Putin, l’attacco programmato contro i civili per fiaccarne la resistenza.
Una militanza ottusa e intellettualmente disonesta, ospitata ogni giorno sui media, pompa un clima tossico, nel quale i torti e le ragioni si confondono, al solo scopo di capovolgere la responsabilità del disastro e dei massacri.
Il carnefice non è Putin, ma la Nato (cioè gli Usa). Insomma, chi ha fatto e fa di tutto per difendere l’Ucraina, sulla base delle richieste del legittimo governo di Kiev, è accusato di prolungare la guerra per i propri biechi interessi.
L’antimperialismo idiota di questi professori, giornalisti e opinionisti ogni santo giorno avvelena i pozzi dell’evidenza empirica e propaganda la balzana idea che l’interesse primario dell’Europa e dell’Ucraina sarebbe – diversamente da quello degli Usa, ovvio – la resa incondizionata degli ucraini, che potranno così diventare finalmente schiavi delle nostalgie imperiali di Mosca.
L’abbraccio fra Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, e Ruslan Stefanchuk, Presidente del Parlamento dell’Ucraina, dimostra l’inconsistenza paranoica di queste baggianate ideologiche.
L’interesse dell’Unione europea e dell’Ucraina è comune ed è uno solo: salvare l’Ucraina dal despota russo, integrare l’Ucraina presto o tardi tra i paesi membri, testimoniare che la democrazia liberale è sempre e in qualsiasi caso preferibile e desiderabile rispetto a qualsiasi forma di dispotismo.
Giornalista, direttore di Libertà Eguale e della Fondazione PER. Collaboratore de ‘Linkiesta’ e de ‘Il Riformista’, si è occupato di comunicazione e media relations presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio. Direttore responsabile di Labsus, è stato componente della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva dal 2000 al 2016 e, precedentemente, vicepresidente nazionale della Fuci. Ha collaborato con Cristiano sociali news, L’Unità, Il Sole 24 Ore, Europa, Critica Liberale e Democratica. Ha curato il volume “Riformisti. L’Italia che cambia e la nuova sovranità dell’Europa” (Rubbettino 2018).