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Per un nuovo bipolarismo, ma senza ideologismi

Umberto Minopoli giovedì 28 Luglio 2022
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di Umberto Minopoli

 

Letta ha l’approccio giusto: proposta di alleanza a tutti coloro che hanno votato la fiducia a Draghi ed esclusione di ogni intesa con i 5 Stelle.

Adesso non bisogna fare l’errore di mettere veti, incomprensibili, su gruppi o personalità che la fiducia a Draghi l’hanno votata: che si chiamino Renzi o Gelmini o Di Maio o Speranza.

Il cdx ha consegnato la guida a Meloni. E’ con lei la battaglia. E’ nato un nuovo bipolarismo. E’ giocoforza che l’altro polo si identifichi nel Pd e nella sua guida. Tutti i potenziali alleati del Pd dovrebbero, onestamente e senza bizze autolesioniste, riconoscerlo.

Non si faccia ora l’errore di ideologizzare il confronto. Meloni non significa fascismo alle porte. Se andasse al governo sarebbero tanti i guai per il paese, non certo quello fascista. Va presa sul serio quando dice che intende rappresentare il conservatorismo, una rispettabile famiglia politica europea e atlantica, in Italia.

Se di fronte avremo una destra conservatrice (che in Europa si connota come centrodestra), da questo lato ci si aspetta che la sinistra si connoti come progressista. Per intenderci niente a che vedere con le suggestioni alla Melenchon, ma come un autentico centrosinistra, con un forte profilo sociale insieme al connotato di forza liberaldemocratica, atlantica ed europeista: il punto debole del centrodestra.

Fossi in Letta starei attento, invece, all’uso che si fa del termine “ambientalista”. Come quello di “riformista”, nella retorica politica italiana non distingue più nessuno: tutti si dicono ambientalisti!

Capisco Letta che non vuole lasciare il termine ai residuati pentastellati. Ma dobbiamo sapere che il problema è’ proprio questo: “ambientalismo”, specie in Italia e grazie al decennio populista, si è identificato con i No grillini che loro, nel revival restauratore delle origini ripetono oggi: no ai termovalorizzatori, no ai rigasificatori, no al nucleare, no al gas di transizione.

Questi No non hanno nulla a che vedere con l’ambiente e l’ecologia. Sono vecchio tritume ideologico: di tutte quelle cose l’Italia necessita come il pane per uscire dalla crisi energetica.

Ditevi pure ambientalisti, ma cominciate a declinare l’ecologia nel senso giusto, riformista e progressista, come politica dei Si: alle opere, alle infrastrutture sui rifiuti, ad una politica energetica che ci liberi dal cappio della dipendenza.

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