di Dario Parrini
E così il governo Meloni non solo vuol far eleggere direttamente il premier, cosa sconosciuta nelle altre democrazie europee e tale da stravolgere gli equilibri costituzionali, dando una forza eccessiva al capo del governo a spese del Presidente della Repubblica e del Parlamento.
Oggi, leggendo un’intervista della Ministra Casellati al “Sole 24 Ore”, scopriamo anche che il governo vuol rendere possibile un’ulteriore macroscopica anomalia italiana: l’elezione “a minoranza” del presidente del consiglio.
Mettere la soglia del 40% di cui parla la Ministra delle Riforme significa infatti esattamente questo. Significa che un candidato premier che ottiene il 40.1% dei voti, e che quindi ha contro sei cittadini su dieci, si prende d’un colpo Palazzo Chigi e il 55% dei parlamentari.
Una pericolosa assurdità: tutti i Paesi dell’Ue dove esiste l’elezione nazionale diretta di un Presidente prevedono la soglia del 50% e il ballottaggio eventuale, proprio per l’elementare principio democratico che è necessario garantire che la persona che esercita su scala nazionale un rilevantissimo potere monocratico di vertice non può mai essere un “presidente di minoranza”, deve essere legittimato da non meno della metà più uno dei cittadini.