di Carlo Fusaro
Desidero dire perché credo che sia cosa buona e giusta votare per l’elezione del segretario Pd. E dirvi anche perché io voterò Roberto GIACHETTI (e Anna Ascani).
Primo.
Per chiunque (per fortuna non siam pochi) ritenga che l’attuale governo vada superato il prima possibile dati i danni molto gravi che sta infliggendo al presente e al futuro del Paese rafforzare l’opposizione – pur riservandosi poi ovviamente assoluta libertà di scelta futura – è oggi LA PRIORITA’.
Secondo.
Per quanto il Pd possa lasciare insoddisfatti (da qualunque parte e per qualsiasi ragione questa insoddisfazione venga) è difficile immaginare che l’opposizione al “governo del cambiamento in peggio” possa prescindere dal gruppo dirigente Pd e dal suo popolo. Anzi di più: oggi il Pd è la SOLA opposizione organizzata in partito politico. Sarebbe da snob schifiltosi tirarsi indietro perché è il partito di “Renzi peggio di Berlusconi” o perché “è il partito di Emiliano”. Intanto facciamo vedere che centinaia di migliaia di persone fisiche in carne ed ossa partecipano a questo che resta comunque un grande esercizio democratico (il più grande e di gran lunga nell’ambito dei partiti esistenti ed esistiti in Italia). Partecipare alla primaria Pd è far vedere che si è all’opposizione senza se e senza ma.
Terzo.
Il dibattito fra Giachetti, Martina, Zingaretti per chi l’ha visto è stato confortante. Civile, misurato, ha fatto vedere che ci sono differenze significative ma meno di ciò che oggi li accomuna. Non facciamoci ingannare dal giochetto dei media: se fosse stato una rissa, avrebbero spinto sulla parola d’ordine di sempre “il Pd è un partito spaccato”. Non essendo stato una rissa (come certi giornalisti avevano sognato), adesso si tende a dire: è stato un dibattito deludente. Siamo seri. Stiamo parlando della battaglia per la leadership dello stesso e nello stesso partito politico. Ma che vi sembrano oggi più uniti i laburisti o i conservatori inglesi? o i socialisti e i popolari tedeschi?
Quarto.
Tutti e tre i candidati sono diametralmente alternativi a questo governo. Questa è a priorità e questa è la cosa che conta di più. Tutti e tre i candidati sono antisovranisti, europeisti, riformatori, per una democrazia aperta.
Quinto.
Io voterò Roberto GIACHETTI. Le ragioni sono queste.
1.
Credo che il Pd sia stato vittima certo di qualche proprio errore ma principalmente di un contesto che va MOLTO AL DI LA’ – purtroppo – dell’Italia (v. esempi plurimi). Quindi non credo che ci sia ipocritamente da fare tanti mea culpa rispetto alla fase 2013-2018.
2.
I governi a guida Pd della scorsa legislatura hanno fatto in molti campi il bene del Paese, tutto il resto è propaganda: basta vedere come vanno le cose a un anno esatto dal voto del 4 marzo 2018.
3.
C’è bisogno di più Europa, c’è bisogno di più riformismo, c’è bisogno di proteggere gli ultimi, ma c’è soprattutto bisogno di produrre più ricchezza e impiegare meglio le risorse: questa è, programmaticamente, la priorità. Non redistribuire, non fare assistenza sociale. Creare lavoro, creare iniziative, creare ricchezza e poi distribuire una parte di questa per gli “ultimi”.
4.
GIACHETTI è quello che con più coerenza intende partire dal molto che è stato fatto senza rinnegare ma anzi accentuando la linea riformista che guarda verso i diritti civili e le riforme istituzionali ed economico-finanziarie. GIACHETTI è anche quello, con Anna Ascani, che non ha assecondato per un momento il giochino del “cambiare tutto perché Renzi ha sbagliato tutto”, assecondando il “character assassination” spettacolarmente messo in piedi dagli avversari populisti del Pd, di +Europa e dei progressisti liberali.
5.
Infine, se GIACHETTI avrà successo chiunque vada alla guida del Pd non potrà non tenerne conto. Unito con larga parte della base di Martina sarà un contrappeso che eviterà la follia di anche solo pensare di dialogare (non dico allearsi) col M5S in crisi: abbiamo già visto che si tratta di recuperare gli elettori disillusi dagli incompetenti della rete che guidano il Paese, dai Conte, dai Toninelli, dai DiMaio, dai Centinaio, dai Lanutti etc. etc. non di negoziare con loro come qualcuno voleva. Basta e avanza.
Chiudo.
Lo scontro è contro Lega e Salvini in nome dei valori di umanità, di civiltà, per i diritti umani, contro chi semina paura in nome di concezioni false della sicurezza; lo scontro è contro il M5S per il modello alternativo alla democrazia (liberale) che persegue, contro la dittatura di pochi nascosti dietro piattaforme informatiche, contro oscuri maestri di marketing politico, contro la follia della “decrescita felice”. Lo scontro è contro tutti i due per il vero antieuropeismo e per il finto sovranismo che come Draghi ha spiegato comporterebbe solo un’indipendenza perdente e isolazionista, meno ricchezza, meno lavoro. Diamo un segnale!
Fare opposizione oggi, vuol dire andare a votare alla primaria Pd. E’ un’opportunità da non perdere per chiunque vogliate votare domenica e per chiunque vogliate votare domani.
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).