LibertàEguale

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di Umberto Minopoli

 

Primo Maggio. Da tempo ha cambiato carattere. Non è più la festa del socialismo. Che non c’è più. Non è più la festa dei lavoratori, in senso antico. Meglio chiamarla la ricorrenza del Lavoro: dei vecchi e nuovi lavoratori. E di chi il lavoro non lo ha.

 

Il lavoro è cambiato

Il lavoro è cambiato. Bandiere e simboli del Primo Maggio del passato sono, ormai, impropri: retaggio, nostalgia, residuo. Il socialismo, innanzitutto, è morto. L’ismo non ha più ragione alcuna da 50 anni e più. Ismo si dà a qualcosa che rappresenta un modello di società, un sistema economico e sociale esistente e alternativo a quello attuale, a quello attuale della società aperta, del capitalismo liberale e democratico. Di questa alternativa non c’è più traccia alcuna. L’ismo non ha più senso.

 

Il socialismo è morto

Il socialismo è morto in entrambe le sue versioni del 900: quella cattiva (comunismo) quella nobile e buona (socialdemocrazia).

La versione cattiva – dispotica, illiberale e autoritaria – è da 30 anni sparita. Travolto dalla ribellione dei popoli su cui tiranneggiava, dalla fame e dal fallimento economico. Sopravvive come residuo tirannico in qualche angolo del mondo: Venezuela, Cuba, Corea del Nord. E in Cina dove socialismo è una parodia di capitalismo senza democrazia.

Ma il socialismo è morto, purtroppo, anche nella sua versione “socialdemocratica”. I partiti socialisti sono, ormai, minoritari, sconfitti e in declino dappertutto. La socialdemocrazia appare una forza del passato, statalista e poco liberale, sulla difensiva, parla solo di protezione dalla globalizzazione, non parla alle generazioni del terzo millennio, è arroccata sulle mitologie del passato, è estranea alla modernizzazione e alla innovazione. Senza futuro!

 

La nuova dialettica europea

Inoltre la lotta politica in Europa sta cambiando. Non è più tra socialisti e conservatori, tra destra e sinistra. Entrambi poli tradizionali, antichi, superati. La nuova dialettica europea è tra populisti e sovranisti, da una parte ed europeisti unitari dall’altra. E, tra questi ultimi, la forza più nuova, progressista e attrattiva è quella delle formazioni liberali, civiche, democratiche, ecologiste di governo.

Ecco la nuova dialettica europea. In cui i socialisti hanno un ruolo passivo e marginale.

 

La Terza Via

Il socialismo democratico ha perso anche la capacità di auto innovarsi. L’ultimo tentativo fu 20 anni fa: con la “terza via” e con le suggestioni del riformismo democratico di Blair, di Clinton, di Rocard. Modernizzatore e all’altezza della nuova epoca della globalizzazione. Quel tentativo influenzò la sinistra italiana. Che da comunista e socialista si fece “democratica”.

Purtroppo la terza via è fallita. Non c’è traccia di essa. Il socialismo europeo, il Pse, stanco e in declino, ha pure abbandonato l’aggiunta “democratico” che imposero Renzi e gli italiani. Ed è tornato alla roccaforte del vecchio nome socialista.

Oggi in Europa riformismo e modernità non abitano nel declinante mondo dei socialisti e dei conservatori. Hanno trasmigrato in altre famiglie.

E’ la liberaldemocrazia il luogo della politica europea nuova, riformista, post-ideologica, modernizzatrice e al passo coi tempi. E’ essa, ormai la Terza via: quella tra socialisti e conservatori. Il campione della Terza via liberaldemocratica è il leader che ha detto “il re è nudo” e ha rotto il vecchio guscio socialista: Emmanuel Macron.

Nel pd attuale si propone un nodo. Nato sull’onda della Terza via nel progetto del Pd si fusero vecchio socialismo e nuovo riformismo. Questa fusione in Europa è fallita. Il Pse non la contiene più. Il Pd è oggi un’anomalia nel Pse. Ed è tentato, con Zingaretti, di sciogliere l’anomalia e riaccucciarsi nel guscio socialista. E nel passato. Dopo le europee il nodo tornerà al pettine. Stare con Macron e l’alleanza liberale e con la loro idea di riforma federalista e, insieme, limitarsi agli schemi vecchi, logori e difensivi del tradizionale Pse sarà molto difficile. Io credo impossibile.

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