di Umberto Minopoli
E se non avessimo capito nulla? Da 5 mesi ci chiediamo qual è l’obiettivo di Putin. Sembrava volesse una guerra lampo e invece fa una guerra lunga e ci avverte, lui a noi, che “non è ancora tempo per la pace” e che in Ucraina lui “ha appena cominciato”?
A questo punto si affaccia una prospettiva terribile: e se lui puntasse davvero all’obiettivo massimo? Non il Donbass, ma smembrare l’Ucraina, annientarla come entità?
Galli della Loggia ha portato alla luce un documento inquietante, allarmante, tremendo, comparso sulla stampa ufficiale russa che, in modo esplicito, chiarisce, per la prima volta, gli obiettivi veri della “de-nazificazione dell’Ucraina”, come Putin definisce la sua aggressione. Leggerlo mette i brividi. Qualcuno, a ragione, lo ha definito il Mein Kampf del XXII secolo. Leggetelo.
Nel saggio la definizione di “nazista” perde il suo connotato storico-politico, diventa l’aggettivo per connotare qualunque aspirazione nazionale e di difesa dell’identità culturale dei popoli dell’ex impero russo e sovietico. Chiunque voglia liberarsi dalla Russia e legarsi all’Occidente è un “nazista che aggredisce la Russia”. De-nazificare vuol dire estirpare con le armi questi sentimenti di auto-determinazione, attribuirgli il carattere di offesa alla sicurezza russa. Annullare l’entità nazionale Ucraina è l’esempio che servirà per altre aspirazioni nazionali: una lezione a tutto l’est europeo che si è illuso, con la fine dell’URSS, di guadagnare l’Occidente e l’Europa.
La guerra sarà lunga, perciò, perché l’obiettivo è di lunga portata. Altro che Donbass. Putin scommette sulla nostra impotenza. Lui è convinto che non potrà che vincere. La guerra si fa solo in Ucraina, non in Russia. Alla fine questa asimmetria determinerà, inevitabilmente, la resa del pesce piccolo.
Gli ucraini chiedono di correggere l’asimmetria con armi che possano far male all’invasore. Loro scommettono sul fatto che lo zar è nudo, che il suo sia un bluff, che con armi offensive i russi si potrebbero fermare. L’Occidente, e ovviamente l’Europa che confina con l’orso russo, è paralizzato dalla paura contraria: che il russo non bluffi.
Lui fa leva sulla nostra paura e scommette sulla nostra fiacchezza morale: saremo incapaci, lui pensa, di sacrificare il nostro benessere (la cui base è l’energia abbondante che ci arriva dai giacimenti siberiani) per aiutare l’ “entità nazista”, cioè l’intero popolo ucraino, a resistere.
A dare parvenza di dignità al nostro egoismo, saranno gli argomenti anti-Usa, agitati da quell’agenzia trasversale e bipartisan di propaganda russa che, lavora a dividere l’Occidente con l’argomento della “guerra per procura”: Zelenskij è un “fantoccio Usa”, “morire per Kiev, ad opera di Biden, non vale la pena”, “perdere il gas e il benessere per una guerra americana, non può interessare gli Europei”. Questo insulso argomento può passare, aggrada la nostra vigliaccheria, copre l’egoismo economico, la nostra vera preoccupazione, gli da’ la parvenza di argomento politico. E, ovviamente, lega le mani ai governanti “statisti” e libera i piccoli politici mediocri locali che fiutano il dividendo elettorale della paura e dell’egoismo.
Putin ci afferra alla gola con un ricatto: “voi non baratterete il vostro benessere col sostegno all’Ucraina e mi lascerete fare un boccone dei nazisti ucraini”. Bisogna vedere le carte di questa canaglia, controfigura di nuovo Hitler oppure, come fu a Monaco nel 1938, cedere al ricatto e consegnargli le chiavi di un rinnovato impero?
Chi ha il coraggio di gridargli: “sei nudo, l’Occidente, luogo di libertà e civiltà, viene a vedere le tue carte e arma l’Ucraina per farti male?” Se fosse questa la verità di questa guerra?
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.