di Stefano Ceccanti
La replica di Goffredo Bettini sul Dubbio alla mia intervista del 13 settembre, pur gradevole e molto cortese, credo confermi le mie perplessità sulla piattaforma politica di Zingaretti come illustrata da uno dei suoi più autorevoli sostenitori:
I rapporti con il M5S
Per di più anche sul piano politico-parlamentare lo sguardo è strabico verso il M5S.
Riporto in alternativa la conclusione già proposta su Democratica:
di fronte a una maggioranza per vari aspetti eterogenea e competitiva al suo interno da più parti si chiede al Pd di non considerarla un blocco, puntando a disarticolarla. Questa riflessione è più che logica e condivisibile e tuttavia va applicata tenendo conto della complessità della situazione: a seconda delle questioni in gioco le vicinanze e le lontananze sono diverse.
Nel caso in questione non c’è dubbio che il M5S abbia fatto bene a votare contro Orban e fa altrettanto bene a spingere il Presidente del Consiglio a votare in modo analogo in sede di Consiglio Europeo. E’ però altrettanto vero che su questioni come Ilva, Tap, Tav, vaccini, sia vero esattamente il contrario, sia cioè la Lega a frenare l’ideologia declinista del M5s.
NO al ribaltone
Di fronte a questa complessità l’unico modo di agire utile al Paese è di selezionare volta per volta chi sostenga la linea più sensata per arginare i danni della parte più dannosa. Sarebbe invece del tutto dannoso seguire un approccio politicista a danno dei contenuti individuando un partner strategico con cui ipotizzare un ribaltone parlamentare, sottacendo i punti di dissenso rispetto ad esso per polemizzare invece sempre e comunque con l’altro.
Questo perché, evidentemente, un ribaltone parlamentare produrrebbe una nuova maggioranza, tendenzialmente ancora più eterogenea, in cui si dovrebbero accettare scelte dannose per l’Italia che non scomparirebbero col cambio di partner. Si valorizzi pertanto nel voto su Orban la convergenza importante col M5s , ma non la si prenda come scusa per ipotizzare alleanze che erano e restano inaccettabili per altre differenze programmatiche incomponibili ed altrettanto importanti.
Vicepresidente di Libertà Eguale e Professore di diritto costituzionale comparato all’Università La Sapienza di Roma. È stato Senatore (dal 2008 al 2013) e poi Deputato (dal 2018 al 2022) del Partito Democratico. Già presidente nazionale della Fuci, si è occupato di forme di governo e libertà religiosa. Tra i suoi ultimi libri: “La transizione è (quasi) finita. Come risolvere nel 2016 i problemi aperti 70 anni prima” (2016). È il curatore del volume di John Courtney Murray, “Noi crediamo in queste verità. Riflessioni sul ‘principio americano'” , Morcelliana 2021.