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Rivedere il bail-in per iniettare fiducia

Giuseppe De Lucia Lumeno martedì 26 Aprile 2016
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Nell’audizione di martedì scorso alla sesta Commissione Finanze del Senato il Governatore della Banca d’Italia, Visco è tornato ad affrontare la questione sulla Direttiva sulle risoluzioni bancarie ribadendo che le nuove regole del bail-in vanno riviste. Nel suo intervento, che trova la nostra piena condivisione, il Governatore ha affermato che: “Uno strumento concepito per ridurre l’impatto di una crisi non può creare le premesse per renderla più probabile: se è così deve essere rivisto” ricordando la  posizione critica della Banca d’Italia nel corso del negoziato sulla direttiva Brrd e aggiungendo: “Eravamo e restiamo convinti che l’approccio consentisse di dotare le autorità di uno strumento di risoluzione credibile, utilizzabile per risolvere la crisi di una banca in modo efficace senza effetti indesiderati sulla stabilità finanziaria e senza costi per il contribuente”. L’approccio previsto, sottolinea ancora il Governatore, “può essere fonte di rischi per la stabilità finanziaria”.

Il bail-in ha provocato gravi problemi di stabilità e sfiducia, ancor prima di entrare in vigore, nei confronti dei risparmiatori che non hanno certo bisogno, dopo quasi 10 anni ininterrotti di crisi economica e finanziaria, di allarmismi ma al contrario di iniezioni di fiducia e di un futuro connotato da meno incertezze. Pertanto, anche solo parlare di sospensione o revisione di questa normativa è un’iniezione di fiducia.  A nostro avviso è proprio la filosofia dell’Europa e del bail-in che va rivista perché si fonda sulla sola preoccupazione di proteggere i conti pubblici in quanto tali (non, i contribuenti).

L’obiettivo della nuova normativa dovrebbe essere quello di ridurre al minimo i fenomeni di azzardo morale alla base della crisi finanziaria globale, di rafforzare la disciplina di mercato e contenere l’eccessivo livello di rischio da parte di intermediari, azionisti e creditori realizzando così una valida alternativa per la gestione delle crisi bancarie più efficiente rispetto al precedente ordinamento, in termini di minori costi per le finanze pubbliche, ma anche per gli stessi azionisti e creditori. E’ urgente, quindi, porre l’attenzione sulla necessità di procedere con gradualità nel processo di implementazione del nuovo impianto normativo nonché di applicare concretamente il principio di proporzionalità. Riguardo alla crescente complessità della normativa di vigilanza l’Associazione ha dedicato particolare impegno alla formazione e informazione delle proprie associate, con l’obiettivo di assicurare la più ampia divulgazione sulle corrette modalità di interpretazione delle nuove regole. Sono stati tenuti specifici corsi di formazione per gli amministratori e gli operatori e già a fine 2014, è stato costituito un gruppo di lavoro di Categoria per approfondire gli aspetti operativi delle Direttive BRR e DGS, e, in particolare, per elaborare le linee guida per la predisposizione dei piani di risanamento.

Nell’arco di questa lunga e profonda crisi le Banche Popolari hanno saputo rispondere ai crescenti vincoli derivanti dalla nuova disciplina prudenziale e dalla vigilanza unica europea, raggiungendo livelli patrimoniali pari al doppio di quanto richiesto dalla normativa. Inoltre, hanno accentuato il proprio impegno nell’offerta di strumenti e servizi sempre più avanzati e rispondenti alle esigenze di una clientela in costante espansione, con un processo di innovazione tecnologica che pone sempre al centro il rapporto con il cliente e la sua fidelizzazione. L’obiettivo di una maggiore efficienza e redditività, auspicato recentemente anche dal Governatore, è, dunque, anche l’obiettivo dell’azione delle Popolari. Prova ne sono i 4,1 milioni di famiglie clienti che utilizzano quotidianamente il canale internet a fini informativi e dispositivi. Un dato cresciuto, solo nell’ultimo anno, del 30% che si aggiunge alle 500.000 imprese clienti che già operano con una banca popolare attraverso canali telematici. In uno scenario in continua evoluzione, non sempre verso la direzione di uno sviluppo sostenibile, le Banche Popolari dimostrano di essere ancora un riferimento per le comunità, le imprese e le famiglie.

 

 

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