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Roma: la resistenza è guidata dalle donne

Laura Landolfi mercoledì 31 Ottobre 2018
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Ripartire dalle donne. E’ quello che sta succedendo in una Roma straziata dal degrado e dal malfunzionamento dei servizi. Sabato scorso, nella capitale, migliaia di cittadini si sono riuniti al Campidoglio per dire basta. Basta alla sporcizia, ai roghi degli autobus, alla mondezza sparsa per le strade, basta al degrado e basta alla violenza che di quel degrado è figlia. La manifestazione, come è noto, è stata voluta da sei donne che hanno usato una pagina facebook, dall’eloquente nome “Roma dice basta”,- e sì, talvolta i social servono a qualcosa- per dare voce al dissenso.

Uniti in piazza

Ma il vero grande successo di quel raduno è stato il fatto che in un’unica piazza si sono riuniti cittadini di diverse estrazioni, convinzioni, colori; gente che abita in quartieri molto diversi fra loro: chi vive a Prati e ai Parioli storicamente quartieri bene ormai abbandonati all’incuria, chi a Tor Bella Monaca che non se l’è mai vista molto bene e che proprio per questo riponeva la sua ultima speranza nei cinquestelle, e via dicendo.  Così migliaia di persone si sono trovate a condividere i dolori causati dall’attuale giunta; tra esse anche quei romani, ne sono convinta, che hanno preso un enorme abbaglio scambiando la (vecchia) politica statalista del M5s per rinnovamento.

Non una manifestazione organizzata dal Pd, dunque,come è stato erroneamente detto dalla sindaca, ma da chi quotidianamente vive il declino della città. Ed è davvero strano che Virginia Raggi non si sia accorta della sua incredibile gaffe, ovvero quella di appioppare l’iniziativa all’opposizione invece di tener conto di un dato molto più grave per lei: la prima sindaca donna di Roma viene contestata proprio dalle donne. Un fallimento su tutta la linea. Perché quando si parla di donne al potere ci si imbatte troppo spesso in un misunderstanding:  quello che ci illude che votare una donna in quanto tale cambierà le cose. Non è così, donne sì ma a parità di merito e competenza.

Il corteo per Desirée

Alla maggior parte dell’opinione pubblica è però sfuggito un altro e altrettanto importante appuntamento, ovvero la sfilata delle donne in memoria di Desirée Mariottini – la ragazza drogata e violentata all’interno di uno spazio abbandonato a San Lorenzo – in difesa delle donne, del quartiere e della città intera, organizzato dal collettivo “Non una di meno”. Migliaia di donne hanno sfilato tra le vie del quartiere romano – da Piazza dell’Immacolata e Piazza dei Sanniti- per protestare contro la violenza di genere e la strumentalizzazioni politiche che sono nate intorno alla morte di Desirée, con un incredibile Salvini che, nei giorni dopo la tragedia, si aggirava per il quartiere a fare campagna elettorale. Un omicidio che poteva essere evitato, se solo la giunta avesse un minimo di nozioni del territorio che governa oppure, anche non avendole, avesse dato ascolto alle molte denunce della presidente di quel municipio e degli abitanti di un quartiere dal passato glorioso ma dal presente funestato da sporcizia, vandalismo e spaccio.

Le donne che si organizzano

Ma sono tante altre le donne che, nei vari angoli di Roma, organizzano una sorta di resistenza. Si pensi alla pagina facebook “Prati in azione” fondata, tra gli altri, da Daniela Brignone che sta raccogliendo adesioni per una class action del quartiere per chiedere il rimborso del 50% della Tari; mentre mamme di tutta Roma -da Testaccio a Delle Vittorie -si organizzano per tenere puliti parchi e giardini.

Nel 2011 una grande manifestazione femminile, con l’adesione di tanti uomini, fu organizzata in 230 città italiane dal movimento “Se non ora quando” in difesa della dignità delle donne e del paese. Un evento organizzato anch’esso sui social che ebbe un effetto-valanga e vide scendere in piazza migliaia di persone. Quell’appuntamento di sette anni fa rappresentò un colpo mortale per il berlusconismo. Oggi si tratta di salvare la capitale e un giorno anche il paese. A farlo saranno ancora una volta le donne?

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