di Claudio Martelli
Conte e Salvini, beneficiari e vincitori delle elezioni del 2018, prima uniti nel governo gialloverde, poi divisi da quello giallorosso, si sono di nuovo uniti per affossare Mario Draghi e il governo di cui facevano parte, ma di cui mal sopportavano la dirittura.
La legislatura muore sotto lo stesso segno con cui era cominciata: il segno del populismo demagogico e irresponsabile, ostile all’Europa e amico del dittatore sanguinario Vladimir Putin.
Non dobbiamo combattere per un partito, ma per l’Italia migliore risvegliata dall’esempio di Mario Draghi.
Questa Italia ha bisogno di un modo nuovo di fare politica, di nuove figure rappresentative e di leader educati al bene comune e a perseguirlo con pragmatismo.
Nato a Gessate, Milano, nel 1943, è direttore de L’Avanti! Vicesegretario del Psi dal 1981, stretto collaboratore di Bettino Craxi, è stato vicepresidente del Consiglio (1989-91) e ministro di Grazia e giustizia (1991-93). Autore della prima legge organica in materia di immigrazione (1990). Nel 1999 è stato eurodeputato per i Socialisti democratici italiani (Sdi), lasciando poi il gruppo per aderire al Nuovo partito socialista italiano (2001-05).