di Dario Parrini
Voto politico e voto amministrativo storie diverse. Nel primo l’avanzata della Lega è forte quanto il crollo del M5S e i due partiti al governo sommati fanno il 50% come nelle politiche del 2018 sebbene a pesi invertiti.
Il Pd torna a crescere ed è l’unico argine al salvinismo e il pilastro di qualsiasi possibile alternativa a questo esecutivo.
È tuttavia evidente che la strada da fare per arrivare a realizzare questo obiettivo è ancora molto lunga: in voti assoluti il PD è rimasto sotto il livello del 2018 e dovremo riflettere in profondità sui passi che devono essere compiuti per mettere in campo in Italia un progetto maggioritario, vincente e innovativo di centrosinistra.
Intanto è da segnalare quanto sia stata benefica per le percentuali del PD la mancanza di fuoco amico. Se avessimo potuto contarci anche in passato, gli ultimi anni sarebbero stati tutta un’altra cosa.
Nel voto per i sindaci, tanti i risultati molto positivi a cominciare da quelli di Nardella a Firenze, Gori a Bergamo e Decaro a Bari.
Non potendo fare i nomi di tutti mi limito a sottolineare che in generale il buon lavoro dei sindaci uscenti ricandidati è stato premiato in misura notevole.
Nei 37 comuni del mio collegio senatoriale e nell’insieme della provincia di Firenze questo è avvenuto nella stragrande maggioranza dei casi, da Empoli a Bagno a Ripoli, da Scandicci a Pontassieve, da Fucecchio a Castelfiorentino, a Certaldo, da Cerreto Guidi a Vinci, Montelupo, Capraia e Limite, Montaione, Gambassi, Barberino Tavarnelle.
Le percentuali raccolte da questi nostri sindaci sono una base solida di ripartenza e la risposta migliore al risultato indubbiamente considerevole conseguito dalla Lega alle europee.
Significative anche le affermazioni importanti di candidati sindaci alla prima prova: ad esempio San Cascianio e Montespertoli.