di Alessandro Maran
Se c’erano ancora dei dubbi sull’ostilità dell’amministrazione Trump nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del suo governo a Kiev, ieri alla Casa Bianca sono stati definitivamente fugati.
In una sorprendente e assurda apparizione davanti ai giornalisti nello Studio Ovale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il vicepresidente JD Vance hanno redarguito Zelensky. Dopo che Vance ha deplorato che nel suo approccio alla guerra in Ucraina l’ex amministrazione Biden abbia fatto troppo affidamento sul “thumping our chest” per dimostrare quanto l’America sia potente e forte – e ha aggiunto che è ora di provare con la diplomazia -, Zelensky ha contestato Vance osservando che ai cessate il fuoco concordati con la Russia dopo le sue incursioni del 2014 ha fatto seguito un’ulteriore aggressione russa. Chiaramente offesi, Vance e Trump hanno insultato Zelensky dicendo che il suo paese sta perdendo la guerra e lo hanno redarguito per non aver detto “grazie” abbastanza per i loro gusti. “Non siete in una buona posizione in questo momento”, ha detto Trump a Zelensky. “Stai giocando con la Terza Guerra Mondiale”.
“In sintesi – scrive Noah Rothman per la conservatorice
National Review – a Zelensky è stata impartita una ramanzina sul perché il suo paese dovrebbe essere soddisfatto di come ha difeso alcuni dei suoi cittadini dall’aggressione straniera e dovrebbe capitolare. È stato rimproverato e costretto a difendersi in una lingua straniera, per non aver espresso sufficiente gratitudine agli Stati Uniti per il loro sostegno nel loro sforzo bellico esistenziale, gratitudine che Zelensky ha espresso in innumerevoli occasioni. Ciononostante, per aver posto l’accento sulla sopravvivenza del suo paese come entità sovrana, è stato accusato dal presidente e dal vicepresidente di essere ‘irrispettoso’, ma solo perché ha avuto la temerarietà di farlo davanti alle telecamere che la Casa Bianca ha invitato a quell’incontro” (
https://www.nationalreview.com/corner/this-is-not-a-tv-show/).
Peter Baker del
New York Times rileva la stranezza e il significato storico: “Lo scambio di battute davanti alle telecamere è stato uno dei momenti più drammatici mai accaduti in pubblico nello Studio Ovale e ha sottolineato la rottura radicale tra gli Stati Uniti e l’Ucraina da quando Trump è entrato in carica” (
https://www.nytimes.com/…/trump-zelensky-us-ukraine…).
Allo stato attuale le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina non sono per nulla chiare. Essendo arrivati a Washington con l’intenzione di firmare un accordo sui diritti minerari, Zelensky e il suo team hanno invece lasciato la Casa Bianca subito dopo lo scambio acceso e ostile. L’accordo non è stato firmato (
https://www.reuters.com/…/trump-zelenskiy-did-not-sign…/).
Fareed Zakaria ha sostenuto che per Trump si tratta quasi certamente di una questione personale (
https://edition.cnn.com/…/gps0223-trump-surrendering-to…). Zelensky non ha acconsentito alle pressioni di Trump affinché avviasse un’indagine su Joe e Hunter Biden, la questione al centro del primo processo di impeachment di Trump. Poiché Trump di solito sembra vedere le cose in termini personali, è probabile che l’abbia considerato un affronto e abbia serbato rancore.
Nella sua newsletter Home & Away su Substack, Richard N. Haass scrive: “Non sarebbe potuto andare peggio se l’avesse sceneggiato lo stesso Vladimir Putin. Un incontro che avrebbe dovuto produrre un riavvicinamento tra la leadership ucraina e la nuova amministrazione di Washington ha invece prodotto una rottura (…) L’impatto di questo scambio avrà ripercussioni ben oltre l’Ucraina, che potrebbe trovarsi di fronte alla terribile scelta di accettare un cessate il fuoco imperfetto o resistere come meglio può con il sostegno che i suoi vicini possono raccogliere. Lo spettacolo dell’incontro odierno rischia di innervosire ulteriormente gli amici e gli alleati dell’America in tutto il mondo, che avranno tratto l’insegnamento che questo presidente lunatico è qualcuno che potrebbe togliere loro il tappeto da sotto i piedi in qualsiasi momento. Alcuni sceglieranno di compiacere i loro vicini più potenti. Altri esamineranno attentamente le loro opzioni per l’autosufficienza, incluso lo sviluppo di armi nucleari. Gli avversari vedranno l’opportunità di agire con maggiore slancio, vale a dire, aggressività. Uno qualsiasi di questi sviluppi, figuriamoci tutti, danneggerebbe gli interessi degli Stati Uniti” (https://richardhaass.substack.com/…/special-edition…).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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