di Umberto Minopoli
Forza Italia, con ritardo, si è convinta: fine della retorica del centrodestra unito e più nessuno sconto a Salvini. Mi pare in leggera rianimazione.
Un anno drammatico per l’economia
Il Pd dovrebbe approfittarne e proporre un Patto delle opposizioni. Abbandonando la nenia, ormai comica, della “manovra di destra”. Una manovra con più tasse, più assistenza, più restrizioni sui crediti bancari, più spesa per interessi e minore crescita non è di “destra”. E’ elettorale, cretina e suicida. E, semmai, populista: mette assieme il peggio del vecchio della sinistra e della destra.
Il 2019 sarà drammatico sull’economia: dopo le europee verrà al pettine il nodo (scorsoio) del Bilancio 2018: le cifre sballate della manovra, il rientro nella recessione, la montagna dell’Iva, le coperture per i due capricci del governo gialloverde (il reddito di cittadinanza e quota 100), la spesa per interessi. Tutto quello che, nel 2018, ha causato la paralisi del Parlamento e la umiliante trattativa con l’Europa, si ripeterà. Ma con cifre e numeri raddoppiati.
Centralità del Parlamento e Patto delle opposizioni
Sarebbe essenziale un patto delle opposizioni. Su due punti:
– il primo è la centralità del Parlamento. Nel 2019 non deve ripetersi il golpe del 2018: l’esautorazione del Parlamento dalla scrittura della manovra economica. Con atti eclatanti e clamorosi (e il preventivo appello al Capo dello Stato), l’opposizione deve impedire che si ripeta l’episodio. Non solo. L’impegno strappato dalla Commissione Europea al governo – fare a giugno il tagliando della manovra del 2018 – deve essere garanzia certa. E il tagliando va fatto a Roma, in parlamento, non solo a Bruxelles. Il tagliando è essenziale. Ci ritroveremmo, altrimenti, in autunno del prossimo anno con una montagna di tasse e tagli. Che l’austerità di Monti ci sembrerà il regno dell’oro;
– il secondo punto del patto che auspico tra Pd e Forza Italia per il 2019 è: più crescita e meno tasse. Dopo la scellerata manovra del 2018, che ha “redistribuito” le risorse finanziarie dalla produzione (investimenti, opere, spese produttive, incentivi all’occupazione, ecc.) all’assistenza, aumentando la pressione fiscale e la spesa corrente improduttiva, occorrerà una drastica correzione nel 2019. Altrimenti l’economia soffocherà. Lavoro, meno tasse e più investimenti: un patto che le opposizioni possono e devono fare.
Io lo farei tra i gruppi parlamentari di FI, Pd e altri. Evitando le fumisterie ideologiche dei partiti, i mal di pancia del loro dirigenti e le trappole mentali di quelli che nel Pd e in FI continuano a sognare l’incontro con i 5 Stelle (Pd) o il ritorno con Salvini (FI) invece di occuparsi dell’economia del Paese.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.