di Alberto Colombelli
Che la grande riflessione sul futuro dell’UE abbia inizio! Così ne ha dato l’annuncio politico e così, con questa più che giustificata enfasi, pensiamo che debba essere presentata. Perché in questi tempi di estrema incertezza e debolezza dell’Unione europea, il lancio di una “Conferenza sul futuro dell’Europa” – con la partecipazione delle istituzioni europee e di tutti i cittadini europei con cui si punta ad offrire piena realizzazione ad un progetto transnazionale per un’Unione europea più politica e più democratica – appare un atto di grande coraggio che deve scuotere gli animi e riaccendere il desiderio e la speranza di rilanciare una missione collettiva da vivere ora davvero con la responsabilità di figli ricostruttori dei Padri fondatori dell’Europa.
Il Piano di Francia e Germania
Perché quello presentato da Francia e Germania il 26 novembre scorso, volutamente proprio alla vigilia dell’insediamento della nuova Commissione europea, è un un Piano di sintesi per una “Conferenza sul futuro dell’Europa” che punta con grande ambizione a rivedere quasi tutti gli aspetti del funzionamento dell’Unione europea fino, se necessario, alla revisione dei Trattati con l’obiettivo di dare piena realizzazione ad una precisa missione collettiva, “più uniti e sovrani”.
L’obiettivo è un passo in avanti significativo verso quella “politica europea transnazionale” per la quale già tanto ci siamo dedicati nei mesi precedenti le ultime elezioni europee in una ferma e piena difesa di democrazia liberale e stato di diritto in Europa. È la realizzazione del progetto “Renaissance” proposto da Emmanuel Macron nella sua lettera agli europei dell’aprile scorso in vista delle elezioni del Parlamento europeo.
La “Lettera ai cittadini europei” di Emmanuel Macron
La sua “Lettera ai cittadini europei” del 4 marzo 2019, ripresa ora anche dalla Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen nel suo discorso di investitura e nelle sue linee programmatiche, così viene pienamente colta come una grande opportunità del nostro tempo perché pone la questione della rifondazione dell’Unione europea al centro della nuova legislatura europea. È un progetto che è soprattutto un ampio coinvolgimento “dal basso verso l’alto” – già ampiamente sperimentato da Emmanuel Macron con La Grande Marche Européenne organizzata in Francia per le elezioni europee – con gruppi di cittadini dell’UE selezionati da coinvolgere in conferenze politiche tematiche che si terranno in molti paesi europei a cui verrà chiesta la presentazione di proposte concrete.
Il documento, distribuito il 25 novembre scorso ai paesi membri dell’UE, si compone di sole due pagine e non offre grandi dettagli ma configura chiaramente un progetto di grande ambizione, che dovrà essere presieduto da una “personalità europea di alto livello” alla guida di un gruppo direttivo di esperti e che richiederà l’assunzione di un ruolo fondamentale da parte della la Commissione europea, del Consiglio dell’Unione europea e del Parlamento europeo. È finalmente il riconoscimento dell’importanza delle istituzioni (“ciò che l’Unione è”), il cui funzionamento viene qui fermamente considerato presupposto essenziale al successo delle policies adottate. La proposta infatti inequivocabilmente indica che le istituzioni sono necessarie “per promuovere la democrazia e i valori europei e per assicurare un più efficiente funzionamento dell’Unione”.
Le fasi della Conferenza
Il progetto suggerisce che i leader dell’Unione Europea già si impegnino in una prima loro discussione sulla Conferenza durante il loro vertice a Bruxelles previsto per il 12 e il 13 dicembre 2019, il primo da quando Charles Michel è stato eletto Presidente del Consiglio dell’Unione europea dai leader dell’UE il 2 luglio 2019. Richiede un’iniziativa in due fasi.
La prima fase (gennaio-giugno 2020) decorre all’inizio del prossimo anno in coincidenza con la presidenza semestrale croata dell’UE (in coerenza con la cittadinanza croata della Commissaria con delega alla “Democrazia europea” Dubravka Suica) e si concentra sul “funzionamento democratico dell’UE”, in particolare “per quanto riguarda le elezioni e le designazioni in posizioni chiave”.
La seconda fase, ancora più cruciale, verterà sulle “priorità politiche” e durerà per due anni. Non casualmente partirà in coincidenza con la presidenza semestrale tedesca dell’UE (luglio-dicembre 2020) e si concluderà in coincidenza con la presidenza semestrale francese (gennaio-giugno 2022).
Il ruolo di Merkel e Macron
I due promotori dell’iniziativa certamente ne vogliono essere protagonisti. Così è certamente obiettivo di Angela Merkel presiedere l’inizio di questa seconda fase, con rinvio delle elezioni nazionali per le quali in Germania c’è chi spinge che vengano anticipate, che dovrà riguardare le priorità di politica pubblica dell’UE sia esterne (il suo ruolo a livello globale, la sua politica di sicurezza e difesa) sia interne (la politica ambientale, la politica migratoria, la riduzione delle diseguaglianze, il funzionamento dell’economia sociale di mercato, la politica industriale e dell’innovazione, la politica commerciale, le politiche fiscali dell’Eurozona).
E così soprattutto è decisa la volontà di Emmanuel Macron di riservarsi di presiedere la conclusione della Conferenza, che si celebrerà proprio alla vigilia dell’impegno a cui sarà chiamato per la sua rielezione per un secondo mandato presidenziale in Francia. Nello spirito originario voluto proprio da Emmanuel Macron, sin dalla sua riuscita campagna elettorale francese che rappresenta ancora oggi una straordinaria e preziosa eccezione tutta incentrata sulla riaffermazione di una proposta puramente europeista, la Conferenza “dovrà produrre risultati concreti e tangibili”, da sottoporre ai fini del suo successo poi al Consiglio europeo per la loro implementazione forte di un’ampia legittimazione istituzionale e popolare.
Costruire l’Europa
Quest’ultima a cui saremo presto chiamati ciascuno di noi. Facciamoci trovare pronti. Il 26 maggio scorso è stato solo l’inizio di un percorso. La nostra sfida e la nostra spinta per un’Europa più efficiente, più giusta e più capace di rispondere alle questioni del nostro tempo che ci permetta di vivere da protagonisti in un mondo sempre più multipolare, come sempre parte e dipende da ciascuno di noi.
A chi è alla ricerca di un orizzonte e si chiede da tempo quale possa essere l’obiettivo a cui dedicare il proprio impegno oggi questa è la risposta.
Quale opportunità migliore? L’Europa è la nostra casa. Ricostruiamola insieme.
Consulente d’impresa, esperto in Corporate Banking. Già delegato dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, è attivo nell’Associazione europeista Freedem e nell’Associazione InNova Bergamo. Ha contribuito al progetto transnazionale di candidatura UNESCO delle ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo’. Diplomato ISPI in Affari europei. Componente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. E’ impegnato nella costruzione di una proposta di alleanza tra tutti gli europeisti riformatori.