di Umberto Minopoli
Un voto cupo, cinico, incivile, da vergognarsi. Con esso l’Italia cambia la sua collocazione in Europa e nel mondo: l’altro ieri siamo, sulla politica estera, delle alleanze internazionali, dei valori e dei principi di 70 anni di vita della Nazione, “usciti dall’Europa”. Non era mai successo che l’Italia, tra democrazia e dittatura votasse per quest’ultima.
Rendiamoci conto dell’enormità di ciò che è avvenuto: l’Italia si è isolata, si è staccata da Germania, Spagna, Francia e Regno Unito, si è schierata con Putin, con le dittature, contro tutti i governi dell’America Latina e contro tutti i paesi democratici del mondo sul tema più delicato di tutti: la richiesta della “democrazia” in Venezuela, di libere e “nuove elezioni” come unico atto per fermare la guerra civile in atto, la fuga di milioni di venezuelani, lo sgretolamento di un ex paese normale trasformato in un inferno di miseria, di fame e di violenza da un despota comunista fuori dai tempi e dalla civiltà.
Un atto, quello del governo gialloverde di cialtroneria, di tradimento dei principi costitutivi del nostro Stato, di negazionismo ideale e di valori.
E chi è che in questa vergogna si distingue per ignavia, stolido estremismo, tradimento del mandato e indegnità? Cinque eletti “zingarettiani” del Pd. I nuovi Turigliatto.
È la prima prova evidente di cosa si avvia a ri-diventare il Pd se vince Zingaretti: un vecchio partito colabrodo in cui ci si divide, addirittura, sui valori, su democrazia e dittatura, sulle alleanze internazionali, sui principi europei. Pur di votare come gli agognati populisti a cinque stelle. E lo chiameranno “sinistra”. Anche se la sinistra vera, quella di governo e democratica, sta con i liberali, i popolari e i socialisti europei e non con Maduro, Putin e i nostri nemici nel mondo.
Ora Zingaretti, credo e spero, prenderà furbescamente le distanze dai cinque traditori. E tutti gli altri leader del Pd taceranno o minimizzeranno. Ma per recuperare l’onore e la dignità il Pd dovrebbe fare una sola cosa: mettere quei cinque fuori dal partito. Stanno lì anche con i nostri voti: non ci rappresentano.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.