In questi ormai quasi otto anni di crisi economica, Milano è la città che più di tutte le altre in Italia è riuscita a reinventarsi, trovando le energie per fare della crisi una occasione di ripartenza. E non è stato solo perché la città nel marzo del 2008 ha vinto l’assegnazione di Expo, ma perché è effettivamente nel DNA di Milano e dei milanesi la capacità di sapere fare di necessità virtù. Con la capacità di rapida ironia del nostro dialetto, si dice che a Milano anche i gelsi fanno l’uva. E la crisi economica è stata un gelso particolarmente fecondo di un frutto che sta ridando speranza a tutta Italia.
È quindi dalla prospettiva di come vogliamo mantenere il governo nella città – che rappresenta nell’immaginario nazionale il dinamismo, la capacità di cambiare che è la cifra del governo Renzi – che voglio leggere il risultato elettorale delle elezioni regionali. Elezioni che il Pd ha vinto, confermando un buon apprezzamento delle azioni del governo (negli altri paesi europei, chi governa stenta nelle elezioni locali, come dimostrato dagli esempi più recenti del governo di Mariano Rajoy in Spagna o di François Hollande in Francia). Elezioni, quelle regionali, che ci consegnano un risultato che dà spunti rilevanti non tanto per le vicende interne del Pd, quanto per il percorso che ci porta alla sfida più importante del 2016: Milano.
A leggere i risultati elettorali, sono tre i punti salienti da tenere a mente guardando alla sfida della campagna elettorale delle amministrative. In primo luogo, il risultato delle regionali reitera che vince chi è unito e ha una proposta di governo e di contrasto alle paure. Per questo, a Milano va da subito impostato un percorso che evidenzi i nodi programmatici sui quali una coalizione di governo di centro-sinistra voglia impegnarsi per i prossimi dieci anni di governo. il PD metropolitano inizierà questo percorso con l’appuntamento di “Milano domani”, che sabato 13 giugno riunirà le migliori energie della città per disegnare insieme il futuro della città. In secondo luogo, risulta evidente che tra un anno, le elezioni di Milano saranno un appuntamento fondamentale per il futuro del centrodestra. È un fatto nuovo che il centrodestra può effettivamente risorgere a partire da Milano, e che spenderà le sue migliori energie per questa battaglia. E infine, la discussione interna, come se la partita fosse già attribuita è totalmente inopportuna e pesantemente nociva. Vince, anche inaspettatamente, chi ha fatto fatica, nel costruire idee, mobilitare persone, creare consenso. Il voto di rendita non esiste, e anzi conduce a illusioni pericolose. Non bisogna dare nulla per scontato, ma valorizzare tutto il buon governo dell’amministrazione Pisapia.
E quindi, al lavoro. Insieme, con chi è pronto per assumersi responsabilità di governo, vanno trovate idee forti di futuro che coniughino sviluppo e inclusione a partire dall’occupazione. Si deve continuare a dialogare con tutte le forze vive e produttive di quella che in questi 4 anni e’ diventata la capitale delle trasformazioni. Milano è oggi la frontiera dove più che altrove ci si misura con la globalizzazione spinta in tutte le sue articolazioni (sociali, culturali ed economiche). Dobbiamo esserne all’altezza, valorizzando quanto è cambiata la città durante l’amministrazione Pisapia e scoprendo e incontrando tutto il valore che Milano è riuscita a esprimere in questi anni. Ci aspettano 12 mesi di impegno entusiasmante, uniti e determinati.
Deputato del Partito democratico, eletta a Milano. Già segretario della Commissione Esteri della Camera nel corso della scorsa legislatura. Fa parte della presidenza di Libertà Eguale ed è ricercatrice presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). Insegna presso il corso di Politiche per lo sviluppo dell’Università di Pavia.