Intervista al politologo Carlos Garcia De Andoin sulle elezioni di martedì scorso nella Regione di Madrid a cura di Vittorio Ferla (per un quadro complessivo potete leggere l’articolo della Fondazione PER)
Come spiega il grande successo di Más Madrid?
Il successo di Más Madrid, che ha “sorpassato” il Psoe da sinistra, risponde a tre fattori: 1- la sua candidata, Mónica García, una donna medico, finora sconosciuta, che ha dimostrato di avere credibilità personale, capacità retoriche e di leadership; 2- le radici madrilene di questa forza di sinistra, tanto che il suo nome – Mas Madrid – non è nazionale ma locale; 3- la freschezza di una sinistra ecofemminista, sulla scia di Manuela Carmena (già sindaca di Madrid dal 2015 al 2019) e di 15-M (il movimento sociale degli Indignados), in opposizione al PSOE e a Podemos, impegnati nell’azione di governo nel corso della pandemia.
E la vittoria del Partito Popolare nella capitale? Quali sono le caratteristiche di questa destra spagnola?
La vittoria del Partito Popolare nella capitale e nella Regione di Madrid si spiega in primo luogo con la crisi nazionale di Ciudadanos dopo le ultime elezioni generali. Proprio il PP ha convocato le elezioni anticipate con l’intenzione di recuperare il suo voto storico. Il prossimo obiettivo sarà la Regione dell’Andalusia. In più, però, la Presidente della Regione, Isabel Díaz Ayuso, è stata capace di diventare l’alternativa alla gestione della pandemia da parte del governo di sinistra di PSOE e Podemos, raccogliendo il malessere dei cittadini, delle imprese alberghiere e del mondo della cultura nei confronti delle politiche di restrizione messe in campo per fronteggiare la pandemia.
Ayuso si è trasformata così nell’eroina della libertà, intesa come bar aperti, svago illimitato, sacrificando la salute rispetto all’economia. Salvini è stato il primo a congratularsi con Ayuso, perché “ha conciliato la tutela della salute, il diritto al lavoro e la libertà”. Questa posizione ha riscosso molto successo tra i giovani, nei settori liberali e centristi, riuscendo a bloccare la fuga di voti anti-sistema verso l’estrema destra di VOX.
Infine, non dobbiamo trascurare il fatto che la cintura rossa di Madrid, compreso il quartiere operaio di Vallecas, è diventata blu (il colore dei popolari). L’associazione del voto della classe operaia alla sinistra si è definitivamente spezzata. Probabilmente una buona parte della classe operaia di Madrid si fida più del PP per il rilancio dell’economia e dell’occupazione rispetto alla sinistra del PSOE e di Podemos. Non dimentichiamo che Madrid è il centro più fiorente dell’economia spagnola.
Quali sono le ragioni del crollo del Partito socialista? È un fenomeno nazionale o, più in generale, un fenomeno europeo?
Il PSOE, nonostante il suo calo dal 40% al 30%, è il partito socialista europeo con la maggiore presenza elettorale. Non va dimenticato che pochi mesi fa è stato il partito con il maggior numero di voti alle elezioni per la Regione della Catalogna. Quello che è successo, in linea di principio, ha a che fare con la difficoltà storica di radicamento del socialismo madrileno e di adattamento a una società economicamente molto dinamica, almeno da 25 anni e, in particolare, con la preoccupazione per una contaminazione del Partito socialista da parte di Podemos, con la conseguente “podemizzazione” del PSOE.
Il voto di centrosinistra respinge il radicalismo di sinistra di Pablo Iglesias e la sua connivenza con il movimento indipendentista. Molti elettori che nelle ultime elezioni regionali avevano votato per il Psoe questa volta hanno cambiato schieramento, votando per il PP, a causa del rigetto nei confronti di Pablo Iglesias: senza il quale la presidenza socialista sarebbe stata impossibile. Infine, si deve tener conto che nel quadro di una campagna elettorale estremamente polarizzata, il profilo del candidato del PSOE, Ángel Gabilondo, Rettore e professore di Metafisica, non era il più appropriato. Era destinato a fallire.
La storia di Podemos si chiude già con il ritiro di Iglesias? Come si spiega questa parabola?
Il progetto di Podemos di diventare una sinistra egemonica competitiva con il PSOE è fallito. Pablo Iglesias sa di essere il principale responsabile. Ecco perché si ritira. Come prima era accaduto con Albert Rivera, l’altro leader di una nuova forza politica, Ciudadanos. Tuttavia, mentre la storia di Ciudadanos può essere considerata chiusa, non credo lo sia anche quella di Podemos.
Podemos, nella sua pluralità di forze, quella della Galizia, quella della Catalogna, quella di Madrid, ha un seguito elettorale che continuerà ad esistere. La domanda è se sarà residuale o se sarà capace di esercitare una influenza. Dipenderà dalla loro capacità di rinnovare la loro leadership, la loro articolazione interna e la loro capacità di governare in alleanza con il PSOE mantenendo la propria personalità. Ci sono tre donne, il vicepresidente e ministro del lavoro, Yolanda Díaz, il ministro per le pari opportunità, Irene Montero e Ada Colau, il sindaco di Barcellona, che possono guidare la nuova via di Podemos. Il ricongiungimento con Más Madrid, con Íñigo Errejón e Mónica García, non può essere esclusa in questa nuova fase.
Qual è lo stato di salute dei populisti di destra e di sinistra in Spagna, alla luce del voto di Madrid?
Guardando le cose in prospettiva, a poco a poco il Partito Popolare e il Psoe stanno guadagnando terreno sulle forze populiste. A livello nazionale, Podemos è indebolito e in queste elezioni il PP ha fermato VOX. Prova di ciò è che sia il PSOE prima, che il PP, ora, hanno dovuto sviluppare politiche populiste oppure campagne populiste. La situazione è ancora instabile. In particolare, in Catalogna, dove il populismo indipendentista continua a prosperare.
Che impatto ha il voto di Madrid sulla stabilità del governo Sánchez?
È ovvio che la maggioranza dell’elettorato di Madrid, con il proprio voto, ha disapprovato la politica del governo Sánchez. Tuttavia, non credo che questo voto possa minare la stabilità del governo. Perché le alleanze parlamentari restano le stesse. In tal senso, le elezioni catalane sono state più dannose, perché rendono più complicata la collaborazione di Esquerra Republicana de Catalunya con il governo nazionale.
In positivo, penso che le elezioni di Madrid segneranno una nuova fase all’interno del governo di coalizione di Psoe e Podemos, passando dal conflitto agli accordi. È l’occasione per un passaggio di maturità nell’esperienza della coalizione. Tuttavia, il problema continuerà ad essere il sostegno esterno per il raggiungimento delle maggioranze parlamentari.
L’alleanza che il PSOE e Ciudadanos volevano disegnare a livello nazionale e in diverse Regioni è fallita miseramente. Non si può dimenticare d’altra parte che il sorpasso delle elezioni regionali a Madrid ha preso le mosse dalla mozione di sfiducia costruttiva che a Murcia ha cercato di cambiare il governo PP-Ciudadanos con un governo regionale Ciudadanos-PSOE.
Vicepresidente della International League of Religious Socialists, professore di Sociología dell’Educazione Universidad de Deusto, Direttore dell’Istituto Diocesano de Teología e Pastorale di Bilbao